Recensione di “Il resto non conta”

“IL RESTO NON CONTA” di François Garde

Recensione a cura di Alessandra Ottaviano

 “Il resto non conta” è la suggestiva biografia romanzata di Gioacchino Murat il quale, fatto prigioniero dai Borboni e prossimo alla fucilazione, si trova nella cella della Torre Angioina di Pizzo Calabro, ormai lontano dai fasti e dagli eccessi della sua corte a Napoli, ove si lascia andare ai ricordi. Ricordi di gloria, in cui da miserabile figlio di locandieri francesi si trasforma nel “soldato dalle uniformi scintillanti”; da generale della Rivoluzione a capo dell’Armata napoleonica prima e Re di Napoli poi, sposando Carolina, la sorella di Bonaparte.

Sullo sfondo troviamo un accuratissimo quadro storico e politico che va dalla Rivoluzione Francese, e il susseguente trionfo di Napoleone, fino alla tragica caduta di questi. Sì, perché la loro sorte è unita a doppio filo:

“L’esilio infamante o il plotone d’esecuzione, che differenza fa? Che sia lenta e umiliante, oppure rapida e onorevole la loro fine è programmata, la loro pagina è già stata voltata. Che il corpo deperisca tra le brume di un’isola all’estremità del mondo o si accasci presto sotto la mitraglia non cambierà nulla. I destini dei due cognati finalmente si uniscono in un disastro politico e personale.”

L’Autore è magistrale nel delineare il protagonista rendendolo il più umano possibile agli occhi incantati del lettore che vede susseguirsi le emozioni di Gioacchino in una trama fitta di battaglie, stravolgimenti politici e accadimenti storici. Dietro il ritratto di Murat: strafottente, donnaiolo e avventuriero si cela un orgoglio senza pari, che lo porta ad affrontare la sua dipartita con coraggio, quando, solo e abbandonato da tutti, egli stesso consapevole delle sue scelte, memore delle sue glorie, dà l’ordine al fuoco al suo plotone d’esecuzione.

Un romanzo commovente dove rivive un ventennio di storia attraverso quest’uomo impavido.