Recensione di “Idaho”

“IDAHO” di Emily Ruskovich

Recensione a cura di Serena Donvito

“Per settimane, sente così il proprio dolore. Però riesce anche a guardarci attraverso, e ciò che vede è la fine del loro tempo sulla terra. (…) Come potrebbe mai una simile rottura, di tempo e di terra e del cuore umano, sanarsi dopo quel giorno d’agosto, quando ogni cosa si separò, si divise in parti che si persero l’una all’altra in un’istante.”

Una moglie, Jenny, un marito, Wade, due figlie, May e June, una casa in montagna, animali e serenità. Fino al giorno in cui vanno tutti e quattro nel bosco per fare scorta di legna; quello sarà il giorno in cui tutto finirà.

Un anno dopo: una moglie, Ann, un marito, Wade, una ex moglie, Jenny.

Ann entra nella vita di Wade in uno dei momenti più dolorosi per l’uomo, e ora che una malattia sta portando via i ricordi del marito, farà di tutto per capire da sola cos’è successo quel giorno nel bosco. Che fine ha fatto Jenny? Cosa ne è stato delle bambine?

Questo è un libro silenzioso e ovattato, proprio come l’ambiente dopo una nevicata. Una storia in cui il dolore viene protetto e nascosto da sentimenti più forti, ma che diventa ossessivo nella ricerca di risposte a domande mai poste.

Vivremo le storie di tutti i personaggi grazie a salti temporali ben gestiti, ma è lei, Ann, la vera protagonista. Una donna capace dei più grandi sacrifici, dei più intensi silenzi, alla ricerca di verità che in fondo già conosce ma che spera vengano smentite.

Questo romanzo è pregno della freddezza che si fa pian piano strada in noi quando veniamo colpiti da delusioni, tradimento, violenza, quel freddo che blocca ogni nuovo desiderio di bellezza e felicità.

Alcune parti mi sono piaciute di più, altre meno, non tanto per il contenuto, quanto per l’effetto che avevano su di me.

Nonostante la durezza della storia, l’Autrice è riuscita a proporla con garbo, senza morbosità, ma, soprattutto, è riuscita a farcela vivere con lo sguardo intenso di tutte le parti coinvolte.

“In quell’anno da quando si sono lasciati, però, lui ha provato qualcosa di addirittura più forte della sua paura. Ha sentito, come un arto fantasma, la sua presenza vicino, sapendo le cose che lei sa, non dicendo le cose che lei non dice.”