Recensione di “Giobbe”

“GIOBBE” di Joseph Roth

Recensione a cura di Serena Donvito

Pur non essendo credente, la fede, il modo in cui le persone decidono di mostrarla, la religione, e tutto ciò che vi ruota intorno, mi hanno sempre incuriosita. È con molta avidità, quindi, che mi sono buttata su questa lettura.

È la storia di un ebreo devoto, un maestro: Mendel Singer. Lui è un uomo senza ambizione alcuna, provvede alla famiglia lo stretto necessario, insegnando religione ai bambini del paese. Ha tre figli e una moglie che non lo stima più da tempo. È dopo la nascita del quarto figlio, Menuchim, però, che la situazione precipita e tutto ciò in cui crede viene messo alla prova.

“Ora Deborah poteva sospirare e suo marito non la rimproverava. Più a lungo del solito teneva la faccia nascosta fra le mani quando pregava, quasi si creasse notti sue proprie per seppellirvi la paura, e sue proprie tenebre per trovarvi al tempo stesso la grazia. Poiché credeva, come stava scritto, che la luce di Dio risplendesse nelle tenebre e che la sua bontà illuminasse il buio.”

Singer è un uomo rigido, che adatta e interpreta i versetti biblici alla lettera, anche quando questo significa mettere a repentaglio la vita del proprio figlio, confidando esclusivamente in un intervento divino.

Ho cercato di comprendere questo personaggio, ma non ci sono proprio riuscita.

Durante tutta la lettura ho messo una grande distanza tra lui e me.

È un libro carico di contenuti, di sfumature, ma anche di segni netti, che fanno male. Ho percepito un profondo egoismo, a volte un filo di fanatismo, ma penso che ciò che rende preziosa questa lettura sia proprio la capacità di dividere.

Là, dove io percepisco egoismo, un altro può vedervi lealtà, dove avverto fanatismo qualcuno può vedere una profonda e incrollabile fede. Non l’ho avvertita come una lettura di unica interpretazione, anzi.

Sono molti i quesiti che man mano nascono, ed è interessante l’evoluzione che Singer è costretto a intraprendere.

A conti fatti, è stato davvero un bel libro per iniziare l’anno.

“Non ho paura dell’inferno, la mia pelle è già bruciata, le mie membra sono già fiaccate e gli spiriti maligni sono miei amici. Tutte le pene dell’inferno le ho già sofferte. È più benigno di Dio, il diavolo. Siccome non è così potente, non può essere così crudele. Io non ho paura, amici miei!”