Recensione di “Delitto all’imbrunire”

“DELITTO ALL’IMBRUNIRE” di Filippo Di Pino

Recensione a cura di Beniamino Malavasi

Aidone (o… Daduni), la provincia siciliana, l’Etna sullo sfondo, un paio di omicidi… Andrea Camilleri?

No: Filippo Di Pino; e non può essere diversamente, a cominciare dall’ambientazione, per finire alla costruzione dei personaggi.

Dal mare (Camilleri) alla collina (Di Pino); da “un uomo solo al comando” (Salvo Montalbano) a un team investigativo (Capitani dei Carabinieri Saro Greco e Gaetano – Tano – Calì); da una “macchietta” (Agatino Catarella) a un maresciallo credibile, specie nei suoi limiti (Antonio Puglisi). Va, però, dato atto che entrambi gli Autori hanno il loro “uomo di fiducia”, il Peppino (Fazio, per Camilleri; Rizzo, per Di Pino) della situazione.

Anche il siciliano (inteso come lingua) assume connotati diversi nelle mani dei due scrittori. Costante, incisivo, tanto da diventare un vero e proprio “marchio di fabbrica”, per il Camilleri nazionale; discreto, non invadente, ma stuzzicante, in Di Pino.

Risultato?

Se sulla carta il confronto appare impari (non dimentichiamo che Filippo Di Pino è un esordiente), terminata la lettura di “Delitto all’imbrunire” il risultato parla di un pareggio (stretto) in trasferta dominando il gioco.

Trama, tempi di inserimento, ritmo narrativo: al netto di qualche piccola sbavatura (più che legittima stante l’inesperienza negli scontri ad alto livello) si può tranquillamente dire che il Nostro abbia fatto centro.

S.S. Van Dine sosteneva che “La soluzione del problema deve essere sempre sotto gli occhi del lettore…”; Raymond Chandler affermava che “Il romanzo poliziesco deve essere realistico per quanto riguarda personaggi, ambiente e atmosfera. Deve trattare di persone vere in un mondo vero.”.

E Di Pino ha applicato al meglio le direttive dei due mostri sacri. Anzi, forse ha fatto un passo in avanti. Aidone, Piazza Armerina, Morgantina: chi non vorrebbe concedersi un viaggio nella storia e nella cultura di questi gioielli, ben descritti dall’Autore ma sconosciuti ai più?

Capitolo donne. Se, al pari del compianto scrittore di Porto Empedocle, anche quelle di Di Pino sono calde, sensuali, in poche parole: fimmine; al pari di Hammett, Chandler, le donne sono belle e “impossibili” e il sesso è sottinteso, mai esplicito. In poche parole: nessuna volgarità; e al giorno d’oggi è una vera e propria rarità.

“Delitto all’imbrunire”: duecentoquaranta pagine che “si bevono” senza se e senza ma.

Primo passo: ok! Attendiamo fiduciosi Filippo Di Pino alla prova successiva, quella del nove.

Buona lettura!