Recensione di “Come un volo di rondini”

“COME UN VOLO DI RONDINI” di William Maxwell

Recensione a cura di Antonella Raso

Abstract

È il 1918 e la vita scorre placida nella grande casa dei Morrison, quando una serie di eventi si accavalla improvvisamente a minacciarne la tranquillità. Bunny, un bambino emotivo e timido, attaccatissimo alla madre Elizabeth e incapace di instaurare un vero rapporto sia con il padre – troppo severo e distante – sia con l’irruento fratello maggiore Robert, si ammala di febbre spagnola. A Elizabeth, che aspetta il terzo figlio, viene proibito di entrare nella sua stanza, ma questo non la mette al riparo dal contagio. Attraverso gli occhi di suo marito James e dei loro due bambini, Maxwell delinea la complessa figura di una donna che è il vero cuore della famiglia, la sorgente di ogni moto di affetto, comprensione e felicità. Quando la malattia la spegne, il legame tra James, Robert e Bunny viene messo crudamente alla prova e la tragedia esplode. Sarà il tocco gentile e altruista di un’altra donna la sorella di Elizabeth, che rinuncerà alla propria realizzazione affettiva per il bene del cognato e dei nipoti – a restituire ai Morrison una speranza di felicità.

Recensione

William Maxwell è stato uno scrittore e giornalista statunitense, ha pubblicato diverse opere e raccolte di racconti, oltre a saggi e libri per ragazzi, affrontando temi spesso autobiografici come la perdita di un caro (sua madre era morta d’influenza quando lui aveva 10 anni).

In questo libro, in effetti in parte autobiografico, l’Autore ci mette di fronte a una situazione che è propria di molte famiglie.

Viene rimarcata la presenza di una persona che funge da colonna portante per essa, che mantiene ordine e armonia in casa – in questo contesto era la madre di Bunny, in molti altri può essere il padre o un differente familiare.

Nel romanzo emerge l’amore smisurato che questo bambino nutre per la madre; poi, abbandonato a sé stesso, si creerà un senso di colpa per essersi ammalato di spagnola e averne involontariamente causato la morte.

Quando viene a mancare il sostegno, ecco che il castello di carte crolla: la famiglia, se lasciata in balia di sé stessa, si sgretola.

Solo con l’aiuto di una persona esterna si può cercare di ritrovare quell’equilibrio perduto, perché le incomprensioni, il carattere e l’orgoglio sono scogli che non è possibile superare da soli.

Un romanzo che, alla fine, fa riflettere, e che mi ha lasciato una scia di malinconia verso il piccolo Bunny.