Recensione di “Come Dio comanda”

“COME DIO COMANDA” di Niccolò Ammaniti.

Note e recensione a cura di Antonella Raso.

Niccolò Ammaniti è nato nel 1966 e vive a Roma.

Ha esordito nel 1995 con il romanzo Branchie. È autore di romanzi e racconti tradotti in oltre 44 paesi: Fango (1996), Ti prendo e ti porto via (1999), Io non ho paura (2001, Premio Viareggio), Come Dio comanda (2006, Premio Strega), Che la festa cominci (2009), Io e te (2010), Il momento è delicato (2012) e Anna (2015).

Dai suoi libri sono stati tratti cinque film: L’ultimo capodanno (di Marco Risi, 1998); Branchie (di Francesco Ranieri Martinotti, 1999); Io non ho paura e Come Dio comanda (entrambi diretti da Gabriele Salvatores, 2003 e 2008); Io e te (di Bernardo Bertolucci, 2012).

È autore e regista del docu-film The Good Life (2014). Nel 2018 è stato trasmesso Il miracolo, una serie tv originale SKY di cui Ammaniti è showrunner, co-sceneggiatore e co-regista.

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Come Dio comanda è stato pubblicato nel 2006 da Mondadori.

La narrazione ruota attorno a Rino e Cristiano Zena, padre e figlio tredicenne, abbandonati dalla madre di Cristiano poco dopo la sua nascita.

Rino è un trentaseienne con simpatie neonaziste, beve, è un violento e vive di espedienti; tuttavia ha con Cristiano un legame fortissimo ed è ossessionato dalla paura di perderlo, anche perché braccato dall’assistente sociale Beppe Trecca.

I loro unici amici sono Danilo Aprea e Corrado Rumitz, detto “Quattro Formaggi”.

Questo è un libro forte, d’ effetto; mi ha lasciata col fiato sospeso e con un accumulo di adrenalina fino all’ultima pagina.

La penna di Ammaniti non sbaglia mai, specie in questo romanzo, dove la rabbia urla e l’emarginazione, la follia, l’alcoolismo, la solitudine sono tutti elementi che portano a una terribile tragedia.

Sono rimasta molto colpita da come l’Autore ha creato il personaggio principale, Cristiano Zena, un ragazzo quattordicenne che nutre nei confronti del padre Rino un sentimento di amore assoluto ed incondizionato, nonostante il genitore lo obblighi ad azioni violente e a una vita di miseria e degrado.

“I barboni sono i più liberi del mondo e muoiono congelati sulle panchine dei parchi. La libertà è una parola che serve solo a fottere la gente. Sai quanti sono morti per la libertà e nemmeno sapevano cos’era? Sai chi sono gli unici ad averla? La gente che ha soldi. Vuoi vedere qual è la mia libertà? Cristiano fece sì con la testa. Rino tirò fuori da dietro la schiena una pistola. – Questa signorina qui di cognome fa libertà e di nome fa 44 Magnum”

Il romanzo segue un clima cupo e tenebroso, la pioggia la fa da padrona e la nebbia avvolge animi già tormentati.

Il titolo “Come Dio comanda” sottolinea la presenza di quel Dio che sovrasta le vite di ogni personaggio del romanzo, e che essi stessi invocano.

Un Dio che alla fine della storia ne valuta la condotta e decide chi premiare e chi punire.

“Il male è attratto dai più poveri e dai più deboli. Quando Dio colpisce, colpisce il più debole.”

Come per tutti i libri di Ammaniti, il mio voto è 100/100.