Recensione di “Coliseum – L’ultimo gladiatore”

“COLISEUM – L’ULTIMO GLADIATORE” di Emilio Brancadoro

Recensione a cura di Beniamino Malavasi.

Che cos’hanno in comune Giulio Conti, militare italiano dato per disperso (morto?) in un’imboscata in Afghanistan; Leonardo Conti, fratello di Giulio, ingegnere; Umberto Ferrazza, Mario Gattuso e Ronnie De Sanctis, amici e informatici di prim’ordine; Luca Belli e Agostino Loi, rispettivamente sindaco e vice-sindaco di Roma; Salvo Lo Russo, commissario, e Fabrizio di Bella, ispettore; Mohamed Rashad Alì, terrorista; Caterina Valenti, operatrice telefonica del Comune di Roma; e, soprattutto, l’Anfiteatro Flavio, meglio conosciuto come “Colosseo”?

Risposta: il corposo thriller d’azione/tecnologico di Emilio Brancadoro.

Ambientato tra l’Afghanistan regno dei signori della guerra e la Città Eterna prossima a mostrare al mondo il suo gioiello più famoso nella sua nuova veste, Coliseum mescola sapientemente gli elementi classici del romanzo d’azione con quelli della suspense e del ritmo espositivo propri, come accennato, del thriller, anche tecnologico, nelle sue declinazioni della spy-story e del fanta (ma non troppo) – politico.

Coliseum è, altresì, un romanzo corale: le voci, le azioni dei vari personaggi (vedi sopra), tutti protagonisti senza che nessuno prevalga in modo netto sull’altro, sono indice della bravura dell’Autore a muovere le varie tessere nel complesso mosaico della sua Opera.

Al riguardo è sufficiente scorrerne l’indice per rendersene conto: suddiviso in tre libri, ciascuno di essi è, a sua volta, distribuito in capitoli i cui titoli indicano al lettore su chi e dove si focalizzeranno le pagine di riferimento.

E pluribus unum verrebbe da dire; e non a torto, verrebbe da sottolineare, stante il richiamo che la lingua latina opera a favore degli antichi romani, delle loro tradizioni, dei loro giochi

E sì perché Coliseum – L’ultimo gladiatore (titolo nomen omen) ben può essere letto come omaggio a quella civiltà che, dall’Urbe, si diffuse a raggiera in tutto il bacino del Mediterraneo e oltre, fondendo e unificando civiltà a loro volta le più diverse, e i cui lasciti sono ancora ben vivi tra noi.

E a proposito di rapporti, non sempre cordiali, tra civiltà, culture diverse – di fatto il cuore di Coliseum – non possono sottacersi le riflessioni che l’Autore espone nell’ultimo capitolo (“Una settimana dopo”) del suo romanzo.

Da segnalare come, in chiusura del Libro, oltre alle note biografiche e bibliografiche dell’Autore, sia riportata una sua intervista: un modo intelligente per avvicinare ulteriormente chi espone le proprie idee, il proprio modo di descrivere ciò che vede e ciò che pensa, a chi decide di confrontarsi con lui leggendolo.

Ottima scelta editoriale.

Buona lettura!