Recensione di “Basta che paghino”

“BASTA CHE PAGHINO” di Alessandro Golinelli.

Recensione a cura di Beniamino Malavasi.

Pubblicato nel 1992 per i tipi della “Arnoldo Mondadori Editore”, e riproposto nel 2000 da “Il Saggiatore” (edizione in commento), “Basta che paghino” parla di Kurt – alter ego dell’Autore – ragazzo da marciapiede, e delle sue esperienze di vita, dapprima in quel di Milano, poi in quei di Amsterdam e di Amburgo.

Avido, arido, romito, ramingo; in una parola: solo. Kurt si interfaccia con esistenze le più disparate, senza fermarsi, senza concedersi mai più del necessario, cercando, al contempo, di prendere da tutti il più possibile, sia esso sesso o, semplicemente, soldi…

“Basta che paghino” è un romanzo piatto, monotono, dove persino il numero delle pagine – ben 241, anche nel caso fosse stato diverso, in più o in meno – non incide sull’inerzia della narrazione, condita com’è da dialoghi e riflessioni ripetitivi e, alla fine, noiosi.

E quando un Autore, con la scusa di voler destare scandalo tra i lettori, si abbassa a inserire bestemmie nel suo testo significa che non ha nulla da dire. Nulla.