Recensione di “Avanti, parla”

“AVANTI, PARLA” di Lidia Ravera

Recensione a cura di Antonella Raso

“Quando siamo giovani pretendiamo l’amore, la giustizia, la conquista, la gioia, quando siamo vecchi basta la vita.”

In questo suo nuovo romanzo, ultimo dei suoi trentatré, la potenza narrativa della Ravera ci regala Giovanna, personaggio sulla cui pelle si scorgono con vivida crudezza quante e quanto profonde siano le ferite del passato.

La protagonista, con la sua voce narrante, è una donna che non ha indulgenza per se stessa: convive dolorosamente con i suoi errori scegliendo l’autoisolamento come stile di vita; continuando a punirsi, nonostante abbia pagato il suo debito con la giustizia, scontando nove anni di prigione.

 Purtroppo non riesce a metabolizzare la militanza nella lotta armata, così come un altro delitto le consuma il cuore, l’unico per il quale non è mai stata processata: l’ aver abbandonato un figlio.

Dopo tutto il tempo passato a nascondersi, vivendo all’ombra della sua lunga chioma bianca, un evento semplice, quale può essere l’arrivo dei nuovi vicini di appartamento, le smantellerà un po’ alla volta quella corazza, quel castello di silenzi che la difendeva dal mondo. Le viene offerta una nuova chance, quella di tornare a vivere.

Soprattutto il contatto con la piccola Malvina diventerà fatale, riportando a galla dolori e sensazioni che sembravano sopite.

“Perché non te ne rimani annidata nel tuo silenzio, come hai sempre fatto, come hai fatto da quando sei sgusciata fuori dalla tua rumorosa giovinezza?”

Un romanzo che, a mio avviso, vale veramente la pena leggere, come del resto tutti quelli di Lidia Ravera, soprattutto perché il tema affrontato, quello della lotta armata, venga conosciuto anche dalle nuove generazioni.