Recensione di “Arte della guerra”

“ARTE DELLA GUERRA” di Sun Tzu

Recensione a cura di Beniamino Malavasi

“L’arte della guerra ci insegna a non fare affidamento sulla probabilità che il nemico non attacchi, ma sulla nostra preparazione a riceverlo; non sulla possibilità che non attacchi, ma piuttosto sul fatto che abbiamo reso la nostra posizione inattaccabile.”

“Studiare l’avversario, i suoi punti di forza e di debolezza; conoscere alla perfezione il terreno di battaglia, ma anche i propri limiti; giocare di anticipo, con manovre e scelte tattiche inaspettate; contare sulla massima velocità nel passaggio delle informazioni e nell’organizzazione delle contromosse.” (dalla Seconda di copertina)

L’”Arte della guerra”: il più noto, studiato, discusso trattato sul come si debba affrontare il nemico… senza obbligo di farlo. Sì, perché questo saggio non è “guerrafondaio”, non incita, non sprona alla guerra, anzi!

In pochi, sintetici ma pieni capitoli Sun Tzu espone, confuta, mette nero su bianco, con un retroterra filosofico, il cosa fare e, soprattutto, il cosa non fare in un frangente delicato qual è, appunto, la guerra: stratagemmi, ambienti, movimenti, psicologia, l’essere umano…

Sottolineando che:

“Perciò, in tutte le battaglie, il combattere ed il conquistare non è segno di suprema eccellenza. La suprema eccellenza consiste nel piegare la resistenza del nemico senza combattere.”

L’”Arte della guerra” va letto e meditato anche oggi a distanza di secoli dalla sua nascita: è uno strumento senza tempo che permette di capire e affrontare gli scogli, le difficoltà, che la vita quotidianamente ci pone innanzi.

Un saggio che mostra, una volta di più, come sia l’intelligenza a dare la vittoria (o, in sua mancanza, a provocare la sconfitta) in qualsiasi campo l’essere umano si cimenti.