Recensione di “Ah l’amore l’amore”

“AH L’AMORE L’AMORE” di Antonio Manzini

Recensione a cura di Beniamino Malavasi

Nuovo capitolo della vita di Rocco Schiavone, vice questore pro tempore in quel di Aosta (non per scelta ma quale punizione).

Un po’ di filosofia:

Certo, e gli uomini uccidono per motivi inutili e stupidi. Siamo i traditori della natura, dottore, e prima o poi verremo cacciati a calci in culo. E non possiamo certo dire che non ce lo meritiamo.”;

qualche osservazione politica:

C’entra, fa’ conto che quest’operazione te l’hanno regalata tutti i cittadini che le tasse invece le pagano, brutto idiota. Ti meritavi di nascere negli Stati Uniti d’America dove le medicine te le paghi da solo. Da mo’ che eri morto in un fosso. Te e gli imbecilli come te.”;

una decisa virata (come suggerisce il titolo) verso il sentimentalismo (fino a sfiorare, in alcuni passaggi, più il rosa che il giallo…) le note di “Ah l’amore l’amore”.

Il personaggio (o l’Autore?) di Schiavone appare stanco, sfiduciato oltre modo; l’indagine auto-assegnatasi si presenta priva di mordente, un po’ tirata per i capelli quanto al movente (e alla soluzione).

Ecco quindi che Manzini regala spazio, a volte in tono boccaccesco (vero Scipioni?), ai collaboratori dello scorbutico vice questore, con pagine delicate (vero Casella?), intrise di bontà.

Certo, il passato è sempre il passato, e, per Schiavone, significa fantasmi, incubi, nodi da sciogliere; ed è questo che, con pazienza il lettore attende.

Buona lettura.