Recensione di “Adele Hugo. Pazza d’amore”

“ADELE HUGO. PAZZA D’AMORE” di Manuela Maddamma.

Recensione a cura di Alessandra Ottaviano.

“Dedico un pensiero alle mie sorelle che soffrono nei bordelli, alle mie sorelle che soffrono nel matrimonio. Occorre dar loro libertà e dignità, il pensiero nella testa e l’amore nel cuore. Questo XIX secolo è di ostacolo. Io riuscirò.”

A. Hugo

Parigi, 1855. La famiglia del rinomato scrittore Victor Hugo viene travolta da uno scandalo: la secondogenita Adèle si imbarca da sola per il Canada per inseguire il suo sogno di amore malato; anni prima, nel 1843, la famiglia Hugo aveva subito la perdita della primogenita Léopoldine, annegata nella Senna insieme al suo novello sposo.

Nel 1851 il colpo di stato attuato da Napoleone III, con il conseguente ripristino della monarchia, costringe Victor Hugo all’esilio nell’isola di Jersey. Proprio là, mentre è intenta nella lettura di un libro, Adéle incontra il giovane tenente inglese Albert Pinson; tra i due scocca una scintilla ma, poco dopo, il ragazzo la rifiuta.

Adéle è una donna caparbia, indipendente, spudorata, folle e fragilissima e il suo amore non ricambiato la trascina in un vortice di pazzia e menzogne costruite ad arte che la porteranno alla perdizione.

Adéle è un personaggio drammatico come la sua storia che pone l’attenzione sulla fragilità della mente umana.

Il narrato mi ha affascinata a tal punto da sentire il bisogno di vedere l’omonimo vecchio film del 1975, regia di François Truffaut, dove una straordinaria Isabelle Adjani interpreta magistralmente Adéle; interpretazione per la quale l’attrice ha ottenuto una candidatura al premio Oscar.

L’Autrice ci narra questa commovente vicenda attraverso i frammenti del diario della ragazza e della corrispondenza tra i vari componenti della famiglia i quali, travolti dall’onta nella quale li ha precipitati Adéle, si rendono conto del baratro nel quale ella è caduta e tentano invano di riportarla alla ragione.

Con uno stile delicato e sensibile Maddamma tesse le fila degli accadimenti regalandoci un romanzo breve ma intenso e commovente, facendoci al contempo conoscere Adéle: eroina tragica perduta in un amore inesistente, vittima di una realtà distorta dall’ossessione per un uomo. La vita le riserverà un epilogo altrettanto tragico, che lascio a voi il piacere di scoprire.

“Laddove il folle ha un atomo di buon senso, il saggio ha un seme di demenza. C’è da chiedersi allora dove si ferma la ragione, dove comincia la follia?                                         

Davanti all’eroica demenza c’è da chiedersi se i folli non hanno ragione a essere folli?

Davanti al buon senso egoista c’è da chiedersi se i saggi non hanno torto a esser saggi?

Ci si sente inclini a stimare i folli, poiché l’egoista Buonsenso fa spesso odiare la ragione.”                                 

A. Hugo