Recensione de “Le ragazze con le calze grigie”

“LE RAGAZZE CON LE CALZE GRIGIE” di Romina Casagrande

Recensione a cura di Alessandra Ottaviano

Il romanzo è ambientato nella Vienna del 1918: una città sconvolta dagli esiti disastrosi della Prima Guerra Mondiale, costretta a fare i conti non solo con il senso di smarrimento esistenziale che porterà al “Vuoto europeo” ma, anche, con la terribile pandemia di “febbre spagnola”.

Egon Schiele, il pittore più dissacrante e controverso della capitale asburgica, febbricitante, si appresta a terminare la sua ultima opera: “La famiglia” che ritrae lui, la moglie Edith, e il loro figlio che, purtroppo, non vedrà mai la luce. Moriranno tutti di “Spagnola”.

Il libro ripercorre la vita dell’Artista attraverso il racconto in prima persona delle due donne che più lo hanno amato, senza riserve: la borghese e rassicurante moglie Edith Harms, e la povera e libera amante nonché musa Wally Neuzil. Quest’ultima, ritrovatasi arruolata nella “Croce Rossa” di stanza nei Balcani, si lascerà travolgere dai ricordi:

Mi chiamo Wally Neuzil, sono nata nella primavera del 1911, su una panchina di ferro battuto dell’Augartenpark, quando i miei occhi hanno incontrato la follia dell’uomo davanti al quale perfino la grandiosa Vienna chinò il capo.”

Il romanzo, attraverso un certosino lavoro di ricerca, con stile impeccabile e scrittura evocativa, tratteggia, oltre alle due donne colte nelle loro molteplici sfaccettature, anche la vita di Schiele, già allievo di Gustav Klimt:

Un funambolo sempre in bilico sul baratro di un abisso pieno di incubi e di sogni che per molti conducevano dritti dritti all’inferno.”

L’Autrice ci mostra il dualismo che convive nell’animo del pittore: da un lato, un ego enorme che sfida le convenzioni sociali dell’epoca (nel 1912 sarà processato e condannato a causa non solo dei suoi dipinti, ritenuti pornografici; ma anche per aver molestato una tredicenne) ; dall’altro lato una fragilità che lo rende bisognoso (come tutti) di sentirsi amato, facendogli capire che arte e vita reale non possono convivere.

Schiele è il genio della percezione erotica, le sue non sono figure convenzionali di bellezza ma la pura rappresentazione dell’animo erotico, i suoi quadri sono disperatamente carnali.

Il romanzo trasuda passione attraverso la sua arte e la storia disperata del folle amore tra Egon e Wally. Originalissimo e ben studiato il brusco cambio di voce congegnato dall’Autrice: tace Wally e comincia a parlare Edith; e il lettore si sente tradito, quasi a voler fare percepire il voltafaccia, la pugnalata, che riceve Wally quando si vede preferita l’insulsa moglie.

Questo è un romanzo potente e commovente che riesce a scavare negli abissi dell’animo umano.

Che razza di stupido muscolo il cuore! Ti toglie all’improvviso ogni forza, ti soverchia e quello che pensavi di non volere, a un tratto, proprio quando lo stavi per perdere, lo fa battere forte, lo riporta in vita. Rabbia, Gelosia. E poi Amore. Desiderio del tuo abbraccio. Di tornare indietro e dimenticare. E io, mi arresi. Lo ascoltai …”