“IL VOLO DEL CALABRONE” di Ken Follett.
Recensione a cura di Beniamino Malavasi
Nella Danimarca invasa dalle truppe naziste, vecchie ruggini tra due famiglie in vista di Sande (piccola isola poco distante dalla costa occidentale danese) si infiammano a seguito delle scelte di campo operate dai rispettivi figli: collaborazionismo e resistenza.
Ambientazione insolita e protagonista inconsueto (il de Havilland “Hornet Moth”, ovvero il “Calabrone” del titolo sia originale che italiano) per questa avventura a fondo storico-militare che Follett dipana da par suo tra rivalità, amori e spie, senza tralasciare momenti toccanti e tragedie familiari.
Il romanzo scorre veloce, sostenuto da una trama senza pieghe e da un ritmo costante che tiene avvinto il lettore anche nei momenti di calma (apparente).
Invero, Follett è bravo a rendere credibili (e avvincenti) situazioni a prima vista inverosimili e ciò non può non aumentare il tasso qualitativo del testo.
Ma le capacità dell’Autore non si scoprono certo ora…