Recensione a “Uno Yankee in Canada”

“UNO YANKEE IN CANADA” di Henry David Thoreau

Recensione a cura di Beniamino Malavasi.

Chiuso il libro e ripensando a quello che si è letto… come si fa a recensire Thoreau?

Thoreau, Henry David, sì, proprio lui, quello di Disobbedienza Civile e di Walden. Vita nel bosco. Quello che fa capolino nel lungometraggio Dead Poets Society (uscito in Italia con il titolo L’attimo fuggente) con la celebre frase:

“Volevo vivere in profondità e succhiare tutto il midollo della vita, vivere in modo così risoluto e spartano da sbaragliare tutto quanto non fosse vita…”

Quello che il 25 settembre 1850 (insieme ad altri millecinquecento suoi connazionali) partì per il Canada francofono (Montreal e Québec), facendo ritorno a casa circa una settimana dopo, il 3 ottobre.

E trattandosi di Thoreau quello che emerge dal saggio in esame non può certo definirsi un semplice diario di viaggio.

Invero, nelle circa centocinquanta pagine che compongono Uno Yankee in Canada, il Nostro condensa osservazioni, riflessioni, confronti, senza lesinare autoironia quando descrive gli inconvenienti scaturiti dalla sua modestissima conoscenza della lingua francese.

Ma, in particolare, cosa colpì Thoreau di quel mondo appena al di là del confine?

Senza dubbio il paesaggio, a cominciare dal grande fiume San Lorenzo e dalle cascate generate dai suoi affluenti:

“Le cascate erano come una droga, e noi ne diventammo dipendenti. Ce ne eravamo abbeverati troppo.”

Ma anche le coltivazioni locali suscitarono il suo stupore…

“Venni attratto in particolare dai negozi che vendevano pellicce e lavori indiani, in quanto contenevano articoli di autentica manifattura canadese. Mi fu detto che due miei concittadini, interessati all’orticultura e in viaggio in Canada, trovandosi a Québec, pensarono che fosse una buona opportunità per procurarsi semi della vera zucca crookneck canadese. Quindi entrarono in un negozio che vendeva questo genere di cose, e il negoziante aveva proprio ciò che desideravano. “Ma siete sicuro”, domandarono, “che queste siano le autentiche zucche canadesi?”. “oh, sì signori”, rispose lui, “si tratta di una partita che ho ricevuto direttamente da Boston”. Capii dunque che i miei semi di zucca canadese sono gli stessi che crescono in Canada.”

Effetti della globalizzazione?

Sta di fatto che anche in questo saggio emerge la laicità del pensiero di Thoreau, manifestata circa la “presenza” della chiesa cattolica in quelle terre:

“Vedemmo una scuola durante la nostra passeggiata, e sentimmo i suoni che da questa provenivano; ma sembrava un posto nel quale le menti si oscuravano piuttosto che illuminarsi, e gli studenti ricevevano solo quel po’ di luce che riusciva a penetrare l’ombra della Chiesa Cattolica”

Thoreau non manca nemmeno di annotare le diversità della colonizzazione francese e inglese e fa presente come:

“in tutto il Canada “una proprietà piena di quaranta scellini di valore annuale, o il pagamento di dieci sterline di affitto annuale, è il requisito per godere del diritto di voto”. Nel 1846 più di un sesto dell’intera popolazione del Canada Est [con Canada Est si indicava la parte meridionale dell’attuale provincia del Québec, nota anche come Basso Canada, e contrapposta al Canada Ovest, o Alto Canada. Nota 1 pag. 78] aveva il diritto di votare per i membri del Parlamento – in proporzione, una quantità maggiore di quella che gode di un simile privilegio negli Stati Uniti.”.

Diversità tra francesi e inglesi che Thoreau evidenzia anche nei rapporti con gli indiani:

“I francesi, c’è da dire a loro vantaggio, in un certo senso hanno rispettato gli indiani come un popolo distinto e indipendente, e hanno parlato di loro e si sono confrontati con loro come gli inglesi non hanno mai fatto. Non sono solo andati in guerra con loro come alleati, ma hanno anche vissuto con loro come vicini.”

Insomma, se da un lato:

“Il Canada che vidi non era semplicemente un posto dove terminavano le ferrovie e dove si rifugiavano i criminali”

Dall’altro lato:

“In breve, gli abitanti del Canada sembrava soffrissero tra due fuochi – la vita militare e il sacerdozio”.

Ovviamente Uno Yankee in Canada è contenutisticamente molto di più e molto più articolato dei brevi estratti sopra riportati e vale la pena leggerlo per aggiungere un tassello alla conoscenza di quella personalità fuori dagli schemi che risponde al nome di Henry David Thoreau.