Recensione a “Topolino raccolta n.35”

“TOPOLINO. RACCOLTA 35” di AA.VV – Walt Disney Productions

Recensione a cura di Beniamino Malavasi

“Topolino”? Un fumetto?  E perché no?

E non si parli di mancanza di dignità del prodotto “fumetto”: basti pensare alla qualità grafica e narrativa di molti fumetti odierni; e anche “Topolino” non è da meno.

Al riguardo, è sufficiente soffermarsi sulla sua longevità di mercato; longevità che non può non tradursi in aggiornamento tecnologico in termini di stampa, colore e… linguistico!

Se, poi, si ha occasione (come nel caso di specie) di sfogliare numeri non attuali della Rivista, “Topolino” permette un tutto nel passato del nostro Paese: inserzioni pubblicitarie di prodotti, specialmente giocattoli (videogiochi compresi) ormai superati, programmi televisivi relegati a “Teche” e… amarcord

Certo, se leggiamo le storie con gli occhi di un adulto (moderno), esse possono apparire banali, quasi senza senso.

Ma qual è il significato di quelle storie? Qual è il loro fine, la loro funzione economico-sociale?

Per rispondere non si può non prendere in considerazione il target (principale) di lettori ai quali “Topolino” si rivolge: bambini e adolescenti. Soggetti che, in quanto tali, sono in fase di crescita, sono facilmente manipolabili e, per questo, abbisognano di esempi positivi.

Le trame (semplicistiche finché si vuole) sviluppate nelle pagine della Rivista hanno lo scopo di insegnare che (forse) sì, subito, a comportarsi fuori dalle regole ci si guadagna (i Bassotti che derubano Paperon de’ Paperoni o Rockerduck e Famedoro Cuordipietra che tentano di gabbare il citato de’ Paperoni), ma che, alla lunga, il bene, il comportarsi rettamente, il rispetto verso gli altri, vincono sempre (i Bassotti in prigione e Rockerduck e Famedoro con un pugno di mosche in mano). E guai se non fosse così!

E che dire di Topolino (il personaggio) il quale, per fronteggiare i suoi nemici storici Pietro Gambadilegno e Macchia Nera, deve ricorrere alla sua miglior arma, ovvero l’intelligenza? Non è un insegnamento basilare anche quello?

Ognuno dei personaggi che si incontrano nella Rivista rispecchia, poi, i vizi e le virtù di ognuno di noi: dall’avarizia di Paperon de’ Paperoni all’accidia di Paolino Paperino; dall’intraprendenza di Topolino alla goffaggine di Pippo; dalla bontà di Nonna Papera all’essere stralunato di Paperoga…

In conclusione, nonostante qualcuno abbia bollato come “uomo medio” il suo lettore, “Topolino” ha “il suo perché” ed è aperto a tutti, perché ognuno di noi può rinvenirvi un messaggio, un particolare o, semplicemente, un momento di svago.

Buona lettura!

P.S.: Curiosità: il significato del termine “ipocondriaco” l’ho scoperto proprio leggendo “Topolino”! Cosa vuol dire “ipocondriaco”??? Pico de’ Paperis aiutali tu!!