Recensione a “Repubblica luminosa” romanzo di Andrés Barba

“REPUBBLICA LUMINOSA” di Andrés Barba

Recensione a cura di Antonella Raso

«Sono fatto di due cose che non possono essere ridicole: un selvaggio e un fanciullo»

Mi sono addentrata nelle vicende avvenute all’inizio degli anni Novanta del secolo scorso a San Cristóbal ritrovandomi faccia a faccia con il male che, in questo caso, è incarnato da trentadue bambini, tutti tra i nove e i tredici anni, che sono apparsi improvvisamente nella città e hanno commesso alcune azioni inspiegabilmente atroci.

All’improvviso la morte si mescola al gioco, prevale un regime di anarchia dettato da questi bambini che per sopravvivere si ritrovano a rubare perché non sono «eredi legittimi di nulla».

Si innesca un meccanismo terribile, in cui la comunità stessa reagisce brutalmente, perseguitando e punendo.

Barba sfata il mito dell’innocenza infantile (mostrandone la «cattiveria intrinseca», direbbe Freud), scrivendo un romanzo sulla paura, sul timore del diverso e del non conosciuto, ma cosa mi impressiona così tanto in questa storia? La crudeltà, la furia, la ferocia dei ragazzi? Credo che sia la cecità degli abitanti di San Cristobal, che non hanno saputo vedere, guardare, quei bambini.

A un certo punto della storia anche i figli legittimi, i bambini delle famiglie, iniziano a sparire, attratti dalla tribù dei misteriosi coetanei: uno a uno abbandonano il villaggio. Non resteranno più ragazzi.

L’Autore:

Andrés Barba (Madrid, 1975) è uno dei più importanti scrittori spagnoli della sua generazione. Romanziere, poeta e saggista, è stato finalista al Premio Herralde nel 2001 con il romanzo La sorella di Katia, diventato un film per la regia di Mijke de Jong. Ha pubblicato cinque romanzi, diversi libri di racconti, tre saggi e un libro di poesie, ricevendo i massimi premi spagnoli, tra cui il Premio Torrente Ballester e il Premio Anagrama de Ensayo. Ha tradotto autori come Herman Melville, Henry James, Joseph Conrad e Thomas De Quincey. La rivista Granta lo ha inserito tra i migliori narratori contemporanei di lingua spagnola e per questo romanzo ha ricevuto nel 2017 il prestigioso Premio Herralde (assegnato in precedenza ad autori del calibro di Javier Marías, Roberto Bolaño e Juan Villoro).