Recensione a “Regina rossa”

“REGINA ROSSA” di Juan Gómez-Jurado

Recensione a cura di Beniamino Malavasi

C’è molta carne al fuoco in questo corposo thriller spagnolo, primo capitolo di una trilogia – come ci informano tanto la fascetta accompagnatoria, quanto la seconda di copertina.

Il libro è diviso in tre sezioni asimmetriche (quanto al numero di pagine che le compongono), oltre a un brevissimo prologo e a un epilogo…

I capitoli seguono lo schema tipico del thriller moderno: brevità e chiusura… aperta.

Qual è/quali sono la/le prima/e cosa/e che colpisce/ono del romanzo in esame?

Fondamentalmente due: il tempo narrativo e il “come” la vicenda è narrata; elementi che, nel caso di specie, non possono non fondersi in un modello espositivo poco frequente.

Il tempo narrativo: Gómez-Jurado sceglie il presente. E già qui bisognerebbe fare i complimenti all’Autore data la oggettivamente non semplice gestione del narrato usando siffatto tempo verbale.

Il “come” gli eventi, le azioni sono narrati: sfruttando il presente, l’adesso, Gómez-Jurado si interfaccia continuamente con il lettore, anche quando sembra non accada nulla. Vedi Lettore? Tizio/a sta facendo/pensando questo-quello.

Ed è con questa interfaccia che l’Autore costruisce i suoi personaggi: non ricorre a un mero elenco di caratteristiche – tranne qualora sia strettamente necessario – ma, “parlando” con il lettore – al bar, nel salotto di casa, in tram o in metropolitana – sembra dirgli: Vedi? Lui/lei è così, così e così e si comporta in quel modo perché sta pensando di..

A proposito di personaggi, inutile nasconderlo: Regina rossa è costruita su Antonia Scott, donna dal Q.I. elevatissimo e, per questo, divenuta, di fatto, cavia-grimaldello di un progetto a respiro europeo contro criminalità di un certo tipo.

Contraltare e compagno d’azione di Antonia è Jon Gutiérrez, ispettore caduto in disgrazia e, per questo, manipolabile dai “piani altissimi e segreti” impersonati da “Mentor”, nome in codice del capo dei “buoni” (e che ricorda, così, sulle prime, il misterioso Charlie della serie televisiva Charlie’s Angels).

Contemporaneamente, Gómez-Jurado proietta il lettore dentro a Carla Ortiz, figlia di un magnate spagnolo e caduta nelle mani del cattivo.

Già, il cattivo di turno che si fa chiamare Ezequiel. Chi è Ezequiel? Qui l’Autore gioca con il lettore: dice, spiega, fa intuire, ma non completa il discorso…

Ovviamente non possono mancare il poliziotto “duro e puro” e il giornalista ficcanaso: fossimo alla serata celebrativa dei premi Oscar cinematografici verrebbe da qualificarli attori (non) protagonisti.

E per alleggerire il tutto ecco la madre dell’ispettore Gutierrez: mai sul campo ma spesso evocata, tipo la moglie del mitico tenente Colombo. Do you remeber?

Ma Gómez-Jurado gioca col lettore anche su un altro versante. Sfruttando Antonia Scott si diverte a piazzare qua e là quesiti (veri) di logica che, a un comune soggetto, appaiono senza risposta.

In conclusione, che cos’è Regina Rossa?

432 pagine di una ben congegnata (a partire dall’incipit che, come dicono “quelli bravi”, conta parecchio), descritta ed esposta vendetta.

Sul perché (e contro chi) detta vendetta debba consumarsi, chiedere a tale signor White.

Buona lettura.