Recensione a “Qualcosa c’inventeremo” romanzo di Giorgio Scianna

“QUALCOSA C’INVENTEREMO” di Giorgio Scianna

Recensione a cura di Antonella Raso

“A volte la cosa difficile non è diventare adulti, ma imparare ad essere ragazzini”

SINOSSI

Gli adulti la chiamano “la situazione”: la professoressa Mavaldi, zio Eugenio, persino quello spostato dello zio Gil. La situazione è che Mirko e Tommaso Turriani, orfani da pochi mesi, affidati allo zio residente a Pavia, non hanno nessuna intenzione di lasciare la loro casa di Milano. Il prezzo più alto per restare da soli sono certi di averlo già pagato, e adesso rigare dritto è l’unico modo per andare avanti. Solo che la vita, loro lo sanno bene, non sempre è d’accordo con noi su quello che ci spetta. E quando Mirko decide di mentire per andare a Madrid a vedere la finale di Champions, per andarci con Greta, per passare una notte con lei non può immaginare di aver dato il via a un conto alla rovescia, una valanga che rischierà di travolgere tutti.

RECENSIONE

“Gli errori sono allegri”. Citando il filosofo Albert Camus, lo scrittore Giorgio Scianna introduce così il suo scritto.
L’Autore ci presenta questo interessante romanzo di formazione con una scrittura quasi asettica; infatti, nonostante racconti una drammatica circostanza, la narrazione è esente da qualsiasi sentimentalismo ed egli non partecipa emotivamente alle vicende.
Questa storia è più un’indagine sul modo di agire e di vedere il mondo che hanno gli adolescenti, e anche alcuni adulti, ma Tommaso e Mirko sono due vite che urlano sentimenti che passano attraverso le righe, e tra le righe c’è un mondo intero.
Ci sono i loro silenzi, gli imbarazzi, il dolore forte che rimane muto e non manifesto per la morte dei genitori, e l’incertezza che riguarda il loro futuro ma, soprattutto, la volontà di proseguire la vita, così ingiusta e crudele.
È impossibile interrompere la lettura del libro perché vorrai sapere come andrà a finire e, più si va avanti, più ti prenderà un senso di panico ma, in ogni caso, ciò che resta alla fine è la sensazione di forza, tencia e positività che Mirko e Tommaso ci hanno donato.