Recensione a “L’usurpatore”

“L’USURPATORE” di Emanuele Rizzardi

Recensione a cura di Beniamino Malavasi

Alessio Filantropeno: chi fu costui?

Se anche ricorrendo all’onnisciente enciclopedia on line Wikipedia – l’Enciclopedia libera le informazioni che si ricavano su questo personaggio sono piuttosto scarse, che fare? Come rimediare?

Semplice: leggendo “L’usurpatore” di Emanuele Rizzardi (non per nulla citato nel punto 4.1 – “Nella letteratura” della voce dedicata dalla citata Wikipedia al Filantropeno).

Strutturato come lettera dal padre (Alessio) al figlio (Michele) e, quindi, con narrazione in prima persona singolare, “L’usurpatore” ci consegna una biografia credibile (nei limiti più che accettabili che un romanzo storico, non un saggio propriamente detto, può offrire) di quello che è stato uno dei più valenti e capaci generali del risorto Impero Bizantino (post invasione latina al seguito della IV Crociata, per intenderci).

Soprattutto, e qui sta il merito dell’Opera di Rizzardi, l’Autore offre una spiegazione plausibile del perché il Filantropeno fu accusato di essere usurpatore (da qui il titolo del romanzo). Spiegazione che, come accennato, anche L’Enciclopedia Libera – Wikipedia tace…

Ah, già: usurpatore… ma, all’epoca, a chi apparteneva il Trono bizantino? A tale Andronico II Paleologo, parente (zio) dello stesso Filantropeno…

Passo dopo passo è, così, possibile scoprire cosa realmente sia “L’usurpatore”: romanzo biografico, romanzo storico, sorgente di input per tutti gli appassionati e non della materia. Invero, pagina dopo pagina, si viene coinvolti non solo e non tanto nelle vicende di Alessio e dei suoi parenti (il già citato Andronico, nonché Costantino e Teodoro), ma ci si imbatte in altri personaggi storici di rilievo quali, a esempio, Giorgio Pachimere, e si scopre da dove derivi il termine “Ottomano” (riferito all’impero omonimo).

Tante notizie, informazioni, curiosità, degne di un manuale di storia e narrate in modo avvincente, con un buon ritmo e piccoli colpi di scena che contribuiscono a tenere gli occhi del lettore ben saldi sul testo.

Ecco, a voler essere pignoli, non soddisfacente appare la soluzione adottata dall’Autore per rendere giustizia al Filantropeno tradito: poco credibile nell’ottica di un romanzo come quello in parola e alquanto cinematografica nel suo attuarsi.

Una sbavatura, quella sopra citata, che, però, non inficia la bontà del quadro complessivo che Rizzardi ci offre: una pagina storica ai più (scrivente compreso) ignota ma che, piaccia o non piaccia, direttamente o indirettamente, ha generato ripercussioni anche sulla nostra Italia, Repubbliche Marinare in primis.

Buona lettura.

Per quei pochi che se la fossero persa, ecco l’intervista all’Autore