Recensione a “L’elisir d’amore. Un mistero nella Roma dell’Ottocento” romanzo d Lavinia Fonzi

La trama

Valerio è un semplice garzone di un caffè della Roma di inizio Ottocento, ma da mesi è segretamente innamorato di Berenice, una ragazza nobile che frequenta il locale. Occhiate timide e discorsi appena accennati sono tutto ciò che il giovane riesce a rivolgerle: sa che non potrà mai ottenere da lei più di un sorriso di cortesia. Per questo quando s’imbatte in un misterioso venditore di filtri d’amore, Valerio si lascia convincere a comprarne uno, deciso a versarlo nel tè di Berenice. Ma proprio quando sembra che tutto stia andando come previsto, per errore il giovane si ritrova coinvolto in un misterioso complotto ai danni di un nobile potente. Intrighi, amore e avventure si muovono sullo sfondo della Roma di inizio Ottocento, tra vicoli pittoreschi e bellezze eterne.

 

Il libro

Autrice: Lavinia Fonzi

Titolo: L’Elisir d’Amore- Un mistero nella Roma dell’Ottocento

Editore: Amazon self-publishing

Genere: romanzo storico con elementi romance e thriller

Ambientazione: Roma, gennaio- febbraio 1830

Data di uscita: 8 giugno 2023

 

La recensione

“L’ELISIR D’AMORE. Un mistero nella Roma dell’Ottocento” romanzo di Lavinia Fonzi

Recensione a cura di Beniamino Malavasi

«Sai, mi è sempre piaciuto guardare le stelle. Sono come dei piccoli fari di speranza nel buio della vita» disse Valerio, seguendo la direzione del suo sguardo. «Non so se mi spiego» aggiunse subito dopo.

Ah, l’Amore! Quella strana cosa che ti fa passare da ingenuo,

[anche se il Dottore Enciclopedico chiamato Dulcamara non sarebbe d’accordo:

Voi, giovani galanti/Per sempre aver amanti?/Comprate il mio specifico,/Per poco io ve lo do. (da “L’Elisir d’Amore”, opera lirica di Gaetano Donizetti su libretto di Felice Romani; Opera che, da soffiata attribuibile all’Autrice, avrebbe dato “il là” al suo testo…)]

Ma che, al contempo, abbatte barriere e schemi sociali ritenuti immutabili.

Certo, servirà un omicidio eccellente con il povero da usare come capro espiatorio della situazione ma, come dice il detto, e come è giusto che sia, omnia vincit amor.

Lavinia Fonzi ci regala un romanzo gradevole dove, se l’Amore è il deus ex machina che tira le fila della trama, Roma, la Città Eterna in versione 1830, con i suoi palazzi, le sue opere d’arte e, perché no, le sue famiglie altolocate, è la protagonista umana del libro. Anzi: l’Autrice rende un importante servizio al lettore fornendogli punti di approfondimento per scoprire qualcosa in più sulla Caput Mundi per eccellenza.

XIX Secolo: Amore, Roma, tradimento & sangue: il Romanticismo al suo apice!

Che altro aggiungere?

Valerio sorrise e, incoraggiato dall’atteggiamento della fanciulla, continuò, sviluppando il ragionamento: «Sì, quest’immensa oscurità che ci sovrasta è qualcosa che non possiamo conoscere a fondo, è l’ignoto che ci spaventa… Ma le stelle sono lì a dirci che non dobbiamo aver paura, che c’è vita anche dove può sembrare che ci sia morte.»

E fu così che il Nostro, poeta autodidatta, anticipò di qualche anno un altro poeta, tale Walt Whitman, che rimarcò il concetto di cui sopra e, rispondendo alla domanda:

che v’è di buono in tutto questo, o Vita, Ahimè?

Affermò:

Che tu sei qui – che esistono la vita e l’individuo,

Che il potente spettacolo continua, e che tu puoi contribuirvi con un tuo verso.

Buona lettura!