Recensione a “La Rivoluzione d’Ottobre” e a “La Rivoluzione francese”

 

“LA RIVOLUZIONE FRANCESE”

“LA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE”

Entrambi di Angelo Baviera

 

Recensione a cura di Beniamino Malavasi

Che cos’è una rivoluzione?

Il vocabolario della lingua italiana “Lo Zingarelli 2000” la definisce (tra l’altro) come: “Violento, profondo rivolgimento dell’ordine politico-sociale costituito, tendente a mutare radicalmente governi, istituzioni, rapporti economico-sociali e simili.

Che cosa sono la Rivoluzione Francese e la Rivoluzione d’Ottobre?

Per conoscere la (le) risposta(e) è sufficiente rivolgersi ai pregevoli testi curati dal professor Angelo Baviera.

Ai più distratti ricordiamo che Angelo Baviera, siciliano di Aidone (Enna), una laurea in filosofia, è docente di lettere in pensione, poeta (ha pubblicato diverse raccolte di poesie, tra le quali: “Frammenti d’amore e di libertà” del 2013; “Sotto i tiepidi raggi di aprile” del 2014; “Fra un sogno e una speranza” del 2016; “Steli inflessibili di una nuova primavera” del 2017), e saggista (ha, infatti, pubblicato alcuni scritti dedicati, rispettivamente, a Antonio Gramsci; a Ernesto “Che” Guevara; e alla “Resistenza”).

Baviera è stato, altresì, insignito dal Comune di Aidone di un riconoscimento per aver “Valorizzato Aidone ed averne fatto conoscere l’essenza attraverso i propri scritti.”

Con “La Rivoluzione francese” e “La Rivoluzione d’Ottobre” l’Autore avvicina il lettore ai due “rivolgimenti dell’ordine politico-sociale costituito” che più hanno portato a radicali mutamenti negli assetti dell’Europa degli ultimi due secoli e mezzo.

E lo fa da par suo, andando dritto al punto, senza fronzoli e lustrini.

“Dove”, “chi”, “quando” e, soprattutto, “perché” trovano puntuale ed esaustiva risposta nei saggi proposti dal professore siciliano.

Da sempre sostenitore di un socialismo dal volto umano, Angelo Baviera è uno dei pochi saggisti in circolazione intellettualmente onesti:

Ma il protagonista dell’Ottobre rosso [Lenin, n.d.r.] è molto malato e non può contrastare più di tanto le mire del georgiano [Stalin, n.d.r.]. Il 21 gennaio 1924 si spegne, stroncato da un altro ictus. Stalin può così rafforzare il suo potere, sia nel Partito che nello Stato. In Russia inizia una nuova epoca, un’epoca costellata di poche luci e tante ombre.”  Così in chiusura de “La Rivoluzione d’Ottobre.

Se è vero che lo Stato democratico-borghese crea e tutela nuovi spazi di libertà, è altrettanto vero che la libertà, per essere reale, va coniugata con la giustizia sociale. È dunque necessario che i popoli continuino a impegnarsi per costruire una società autenticamente diversa. Una società “che rispetti tutte le libertà tranne una: quella di sfruttare il lavoro di altri essere umani”.”  Così in chiusura de “La Rivoluzione francese”.

Scrive bene Baviera e la modernità del suo colpo d’occhio lo porta a evidenziare aspetti di entrambe le Rivoluzioni sfuggiti ai più. Un esempio? Il ruolo delle donne. Invero, a leggere tanto “La Rivoluzione francese” (“La marcia su Versailles”, pagg. 22 e ss) quanto “La Rivoluzione d’Ottobre” (“La scintilla”, spec. Pag. 20) si scopre quanto (e, come sempre, del resto) le donne abbiano contribuito alla riuscita di questi cambiamenti epocali: un “Me too” ante-litteram combattuto sul campo e non solo a parole… (Al riguardo, i più attenti ricorderanno come Angelo Baviera, nella sua opera dedicata alla Resistenza, abbia evidenziato la parte di rilievo avuta dalle donne nella cacciata dell’invasore tedesco dal suolo italico).

D’altra parte, che i due “rivolgimenti” abbiano punti di contatto è giustamente sottolineato dall’Autore ne “La Rivoluzione francese”. A pag. 66 del Saggio si legge:

La spinta della rivoluzione si esaurisce: essa ha posto fine agli odiosi privilegi feudali, ha creato più libertà, ma ha lasciato le masse popolari in condizioni di miseria. L’epilogo del processo rivoluzionario iniziato nell’89 non corrisponde alle speranze del proletariato, che vi ha partecipato con slancio e decisione.

Bisognerà aspettare la rivoluzione bolscevica del 1917 per assistere alla vittoria delle masse popolari russe sulla borghesia e alla nascita di un regime socialista.

Ma il pregio delle Opere del professor Baviera non si esaurisce certo qui; anzi, sono proprio le “Appendici” a costituire (l’ulteriore) valore aggiunto dei Saggi in esame.

Invero, se in “La Rivoluzione francese” troviamo (tra l’altro) stralci di discorsi di Danton, Corday e Robespierre, oltre al celebre calendario rivoluzionario; “La Rivoluzione d’Ottobre” è arricchito da poesie e testi letterari ispirati alla Rivoluzione russa, tra i quali spiccano scritti di Gianni Rodari e Pier Paolo Pasolini.

Sì, ancora una volta Angelo Baviera ha fatto centro, dimostrando che, per offrire un buon prodotto letterario, non serve perdersi nelle brioches tanto care a Maria Antonietta d’Austria o nelle “capacità amatorie” di Rasputin…

“La Rivoluzione francese” e “La Rivoluzione d’Ottobre”, grazie al loro contenuto divulgato con chiarezza e linearità espositiva, offrono importanti spunti di riflessione e di approfondimento, ponendosi come base per un dialogo culturale che, specie in un’epoca di disagio e difficoltà socio-politica come quella che stiamo vivendo, non deve mai mancare.

Il professor Baviera, con i suoi Saggi, ci prende per mano e, come in una corsa a tappe, ci mostra da dove siamo partiti (assolutismo), a dove siamo arrivati (democrazia, seppur fragile), a dove dobbiamo tendere (vera e solida democrazia):

La libertà consiste nel poter fare tutto ciò che non nuoce ad altri: così l’esercizio dei diritti naturali di ciascun uomo ha come limiti solo quelli che assicurano agli altri membri della società il godimento di questi stessi diritti. Tali limiti possono essere determinati solo dalla Legge.” (Art. 4 della “Dichiarazione dei diritti dell’Uomo e del Cittadino” del 26 agosto 1789, in Appendice a “La Rivoluzione francese”).

In chiusura, un consiglio sul “come” leggere i testi in esame. Non fatevi ingannare dall’apparente brevità di entrambi i libri: “La Rivoluzione d’Ottobre” e “La Rivoluzione francese” non sono due romanzi brevi (o racconti lunghi); al contrario, ci consegnano due fra i capitoli fondamentali della Nostra storia e, come tali, vanno letti, capiti e meditati. Letti, capiti e meditati. Letti capiti e meditati.

P.s.: a questo link

https://www.vivienna.it/2019/07/07/aidone-la-rivoluzione-francese-il-nuovo-libro-di-angelo-baviera/

il professor Angelo Baviera presenta “La Rivoluzione francese” nella sua Aidone.