Recensione a “La casa del tè”

“LA CASA DEL TÈ” di Valerio Principessa

Recensione a cura di Antonella Raso

Gabriel è un ragazzo innamorato delle parole, soprattutto di quelle che è impossibile tradurre in altre lingue: come la giapponese Wabi sabi, che esprime l’autenticità dell’imperfezione, o come iktsuarpok, con cui gli Inuit dell’Artico intendono l’irrequietezza nel controllare se qualcuno sta arrivando oltre l’orizzonte.

Parole uniche e sole, come solo si sente Gabriel quando muore sua nonna, con la quale viveva.

Confuso e smarrito, viene accolto nella casa affidataria della signora Michiko in un rione storico di Roma.

Si trova così ad abitare sotto lo stesso tetto con ragazze e ragazzi segnati da storie irreparabili, come il piccolo Leo, come Chiara, che conosce le stelle ma non l’amore, o Greta, sempre concentrata a scrivere messaggi al cellulare, come il minaccioso Scar e Amina, con la sua indicibile esperienza di migrazione.

Michiko segue i suoi giovani ospiti rammendando le giornate bucate con tazze di tè fumante, dialoghi pazienti, storie di paesi lontani: parole e gesti piccoli che restituiscono la grandezza dell’universo. Fuori c’è il mondo che conoscono, caotico, ingiusto, a tratti violento, ma nella casa della signora giapponese sono al riparo. Finché un giorno quell’armonia si spezza, e i ragazzi d’un tratto si sentono più orfani di prima. Fa male, ma dura poco: presto scoprono di sapersi fidare l’uno dell’altra, di saper fare famiglia.

È l’inizio di una ricerca per le strade di Roma e dentro sé stessi, dove ciascuno mette a frutto il proprio intuito, le proprie qualità – e porta allo scoperto le proprie ferite. Un romanzo d’esordio emozionante, ricco di curiosità e sapere, da cui imparare con grazia e gentilezza.

Questo romanzo mi ha ricordato, a tratti, il libro Le regole della casa del sidro: ragazzi soli al mondo che vivono in un edificio e soltanto tre persone ad occuparsi di loro. Ovviamente le dinamiche e la storia sono completamente diverse ma, mentre il primo è un capolavoro, questo di Principessa, nonostante ne avesse le potenzialità, è risultato a mio avviso frettoloso e mal sviluppato.

Non parliamo poi della raccolta di parole del protagonista Gabriel, molto simile (ma molto molto) al romanzo di Galiano Eppure cadiamo felici.

Come romanzo d’esordio di Valerio Principessa mi ha lasciata un po’ a desiderare e in confusione: la storia di quei ragazzi avrebbe meritato più spazio ed approfondimento. Tutto sommato è un romanzo che parte con un buon entusiasmo, ma che alla fine si fa leggere.

IL LIBRO:

Titolo: La casa del tè

Autore: Valerio Principessa

Casa Editrice: Feltrinelli

Pagine: 288

Prezzo: 16,00 euro.