Recensione a “Jack” romanzo di Sara Di Furia

“JACK” di Sara Di Furia

Recensione a cura di Beniamino Malavasi

Osservando la copertina del libro vi è chi ha affermato:

“Quello è un uomo triste”.

Riferite le parole all’Autrice, ella ha confermato:

“È un osservatore attento, ha colto nel segno.”

Per la cronaca, l’osservatore è un bambino di nove anni. Invece, resta un mistero cosa l’abbia indotto a esternare un tale commento…

Londra, East End, quartiere di Whitechapel, 1888, e… Jack lo squartatore.

Sara Di Furia fa proprio, rielabora, immerge il lettore in un dei più celebri fatti di cronaca nera nell’Inghilterra vittoriana di fine ‘800.

Sì, l’inizio del romanzo è lento: una descrizione alquanto minuziosa, specie dell’abitazione, fulcro, protagonista del romanzo – ebbene sì, al di là dei personaggi in carne, ossa e… spirito, la vera star di Jack è proprio Wilson House – rischia di depistare il lettore dal prosieguo della lettura. Eppure, a ben guardare, la Di Furia, già dalle primissime pagine, inizia a seminare piccoli indizi colorati…

Poi, come è giusto che sia, la curiosità inizia a prendere il sopravvento e l’Autrice, tac!, con una frase, piazza la base su cui poggia una crime story  (per dirla in inglese) ben congegnata:

“Non c’è niente di meno plausibile quanto un plausibile sospettato”

E da lì, tratto ormai il dado, è solo questione di tempo, rectius, di pagine per capire definitivamente chi sia il cattivo; perché, è scontato, il lettore un’idea circa l’identità misteriosa se l’è già fatta da un po’…

Sara Di Furia getta il cuore oltre l’ostacolo: da un lato, sulla falsa riga di tanti action movies statunitensi, comprime i tempi del girato collocando i neo-amici, neo-complici, sospettato e poliziotto, a ridosso dell’ombra sfuggevole del seminatore di morte; dall’altro lato… e no, troppo facile: Jack va letto fino in fondo!

La Di Furia scrive bene (non per nulla è una professoressa insegnante in una scuola superiore): parole giuste al posto giusto con un paradosso: la locuzione serial killer, che ben si adatta a Jack e, per questo, inserita diverse volte nel testo dall’Autrice, all’epoca dei fatti narrati, non esisteva…!

Buona lettura!

Intervista a Sara Di Furia