Recensione a “Il potere e la parola. Scritti su propaganda, politica e censura” di George Orwell

“IL POTERE E LA PAROLA. Scritti su propaganda, politica e censura” di George Orwell.

Recensione a cura di Beniamino Malavasi.

George Orwell, quello di 1984 e di La fattoria degli animali: perché bisogna leggere (anche) questi suoi scritti?

Perché, a distanza di una ottantina di anni (lustro più, lustro meno) dalla loro pubblicazione, il Nostro mette in luce una attualità di pensiero niente male.

Il nocciolo delle Sue riflessioni è concentrato nel titolo e sottotitolo di questa raccolta – composta da sedici articoli –  riassumibile nella locuzione “uso della parola”.

La parola [voce dotta, latino parăbola(m), nominativo parăbola, dal greco parabolē ‘avvicinamento, giustapposizione, paragone’, da parabállein ‘mettere vicino, confrontare’]: dalle fake news (come va di moda oggigiorno definire le notizie false) dell’invasione marziana raccontata da Orson Wells (alle quali “abboccarono” migliaia di persone) al tentativo, miseramente fallito, di far coincidere inglese parlato con inglese scritto a fini, ovviamente, propagandistici; passando per giornali, giornalisti e attività editoriale (a cominciare da quelli che, anche su “indicazione” del Ministero dell’informazione britannica, gli rifiutarono la pubblicazione de La fattoria degli animali per non “urtare” l’alleato Stalin…).

Ma ciò che colpisce maggiormente il lettore sono le sue lucide disamine su cosa sia il comunismo (quello con la “C” maiuscola), a cominciare dagli accadimenti della Guerra Civile Spagnola (dove lui, di matrice di sinistra, rischiò la vita in quel di Barcellona per ordine dei “compagni”), e su cosa NON sia il fascismo, con tanto di dimostrato uso distorto che se ne fa(ceva) di tale affermazione. Sul punto si leggano gli articoli Che cos’è il fascismo? e Svelare il segreto spagnolo.

Tuttavia è da ogni pagina della raccolta in oggetto che traspare il risentimento orwelliano per ciò che dovrebbe essere (il come stanno realmente le cose) e che, purtroppo, non è.

Nel XIX secolo Henry David Thoreau scriveva:

“Piuttosto che amore, soldi e fama, datemi verità”.

Parole sante ma, ahimè, troppo difficili da accettare e da applicare.

Tanti anni sono passati dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, tante cose sono cambiate sul piano geo-politico sociale in Europa e nel resto del Mondo, eppure… eppure c’è da scommettere che, se Orwell fosse ancora vivo, si chiederebbe: “Che differenza c’è tra la mia epoca e questi anni Duemila?”

Pochissima caro George, pochissima; perché:

“Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi” (cit.)

Buona e istruttiva lettura.