Recensione a “Il lungo addio” romanzo di Raymond Chandler

“IL LUNGO ADDIO” di Raymond Chandler

Recensione a cura di Beniamino Malavasi

Il lungo addio

Titolo Originale: The long good-bye

Pubblicato in: Raymond Chandler – Tutto Marlowe investigatore – Volume secondo (1944-1959) – Un Omnibus a cura di Oreste Del Buono – Traduzione [di Bruno Oddera] su licenza della Casa Editrice Valentino Bompiani & C.  – I Edizione Omnibus Gialli 1971 – Arnoldo Mondadori Editore.

Di Raymond Chandler e, di conseguenza, del suo personaggio più noto, Philip Marlowe, è stato detto e scritto di tutto e di più. Fine?

Forse no. D’altra parte ci sarà un motivo se una delle più prestigiose case editrici italiane [Adelphi] sta curando [con nuova traduzione a cura di Gianni Pannofino] una nuova edizione dell’opera chandleriana e, guarda caso, l’ultimo [a ora] titolo pubblicato è, per l’appunto, Il Lungo addio

È stato detto che Philip Marlowe è l’amico che tutto vorrebbero? Nel dubbio, ripetiamolo: Philip Marlowe è l’amico che tutti noi vorremmo avere.

Perché? Perché è buono. E come tutti i buoni dice cose che non si dovrebbero dire, piglia mazzate a destra e manca, è “stropicciato”, ma c’è: è presente quando si ha bisogno di lui e, quando serve, sa tirare fuori gli artigli.

E Marlowe si interfaccia con il lettore in prima persona, proprio come fa un amico.

E Il lungo addio non è solo una detective-story. Si sorride quando Chandler descrive i tipi di bionda esistente. E si riflette quando Chandler si cala nella società statunitense della sua epoca: l’essere ricco, famoso, il condurre una vita agiata, gioco d’azzardo, polizia, magistratura, comunismo, sono argomenti che, di riffa o di raffa, il Nostro affronta, spiega, sui quali si interroga.

E Philip Marlowe, suo alter-go, il nostro Caronte, è colui che è chiamato a condurre il lettore tra le pieghe, tra il non detto, della “buona società” californiana dei primi anni ’50 del secolo scorso.

Ed ecco emergere l’importanza dei dialoghi che Marlowe instaura con chi gli si pone innanzi, uomini o femmes fatales che siano.

Ah, un’ultima cosa, a proposito di femmes fatales o meno. Sì, non è un mistero che Philip Marlowe sia sensibile al fascino femminile [meglio se biondo e con un bel paio di gambe]. Tuttavia, ed è questa la cosa fondamentale e mai sottolineata abbastanza, Philip Marlowe non è un depravato, un dissoluto o uno che allunga le mani.

Philip Marlowe è Philip Marlowe, un investigatore privato. Un uomo con degli ideali. Un amico.

Buona lettura.