Recensione a “Gli amanti fiamminghi”

“GLI AMANTI FIAMMINGHI” di Paolo Maurensig

Recensione a cura di Antonella Raso

Due amici di mezz’età partono insieme alle rispettive mogli per un viaggio in auto verso la Catalogna. Il piccolo gruppo sembra consolidato: il narratore e Jacopo si conoscono da più di quarant’anni e Manola ed Emma, anche se di temperamento opposto, sono ben affiatate. Eppure, appena sotto quell’illusoria armonia, stagna un fondo di sentimenti inespressi e parole taciute. Perché il protagonista si trova più volte a fantasticare di uccidere l’amico? E sua moglie Manola, così eterea e sfuggente, lo ha mai davvero amato? Non è invece innamorata di Jacopo?

La copertina di questo romanzo riproduce un celebre dipinto, Les amants di Magritte: due volti coperti da un telo, a richiamare, forse, la prudenza (che tutti gli amanti clandestini dovrebbero adottare); oppure Maurensig ha voluto riproporre un triste ricordo dell’infanzia del pittore, quando il corpo della mamma, morta suicida, fu pescato dal fiume Sambre con il volto coperto dalla camicia da notte che indossava.

Un romanzo dai colori tenui questo, a tratti poetico, a tratti illusorio, quando il narratore si trova di fronte ad una amara scoperta: ecco che durante un’escursione succede l’imprevedibile, e tutto appare confuso e lacunoso nel suo tentativo di ricostruire l’accaduto.

Non mi ha entusiasmata particolarmente questo romanzo a cui do due stelle su una scala da uno a cinque, ma si fa tranquillamente leggere.