Recensione a “Fairy Tale” romanzo di Stephen King

“FAIRY TALE” di Stephen King

Recensione a cura di Antonella Raso

Grazie alla Libreria De L’ Araldo di Volterra per avermi regalato questo romanzo.

Il bene, il male, un regno da salvare, mostri da uccidere: queste sono le cose di cui è fatto Fairy Tale, un romanzo che ci permette di scoprire il lato oscuro del “C’era una volta”.

A poco più di un anno dall’ultima pubblicazione, Billy Summers, il Re torna con un nuovo romanzo scritto da solo: Fairy Tale, una favola dark.

Mi sono trovata di fronte ad un fantasy dal sapore lovecraftiano che, purtroppo, di horror non ha nulla.

“Sono sicuro di riuscire a raccontare questa storia. Sono altrettanto sicuro che nessuno ci crederà. Per me va bene così. Mi basta poterla raccontare. Il mio problema – e sono certo che ce l’hanno molti scrittori, non solo i novellini come me – è decidere da dove cominciare”

Charlie Reade sembra un adolescente normale, uno studente perbene molto bravo a giocare a baseball e a football. Ma porta su di sé un grande peso: sua madre ha perso la vita in un incidente quando lui aveva dieci anni, e il dolore ha spinto il padre a bere. Charlie ha imparato a prendersi cura di sé e di suo padre.

Un giorno, all’età di diciassette anni, Charlie incontra Howard Bowditch, un signore recluso, con un grosso cane, in una grande casa in cima alla collina dove, dal capanno in cortile, emergono strani suoni, come di una creatura imprigionata. Quando Bowditch muore, lascia la casa a Charlie, insieme a un’enorme quantità di oro e a una cassetta che racconta una storia a cui è impossibile credere. All’interno del capannone c’è un portale che conduce in un altro mondo, i cui abitanti sono in pericolo. In questo universo parallelo dove due lune corrono parallele nel cielo ci sono principesse e principi esiliati che subiscono terribili punizioni, e giochi in cui uomini e donne sono costretti a combattere fino alla morte.

Seicento pagine non sono poche, scorrono velocemente (alla vecchia maniera del Re) sino a metà, poi il romanzo prende una piega decisamente blanda, a tratti scontata; esagerati i richiami alle favole. Speravo che l’Autore si focalizzasse di più sullo horror a cui ci ha abituati, ma non è stato così.

Qualche bagliore ogni tanto si intravede, ma non basta per far decollare la storia che dovrebbe trascinare il lettore senza esitazioni.

Non delude al 100%, ma lascia l’amaro in bocca.

La domanda che mi sono posta è se l’ennesimo libro di King fosse all’altezza dei suoi capolavori: no, non lo è, questo deve essere chiaro. Ma credo che sia inevitabile: dopo It; Il miglio verde; Shining; Le notti di Salem; e pochi altri, è difficile tenere sempre così alto il livello della propria produzione, soprattutto se poi è frequente, come nel caso di King. Ciò non toglie che questo sia un buon libro, scritto con la solita maestria del Re e sicuramente contiene personaggi che resteranno nel cuore del lettore.