Recensione a “Anime Antiche”

“Anime Antiche” di Stefania Convalle

Recensione a cura di Beniamino Malavasi

Sfogliando “Dei e miti. Enciclopedia di mitologia universale” a cura di A. Morelli, Fratelli Melita Editore, 1987, scopriamo che Amore:

Era la personificazione della forza irresistibile che spinge gli esseri umani l’uno verso l’altro… Era venerato non solo come il nume dell’amore fra uomo e donna, ma anche come protettore degli affetti e delle amicizie tra uomini.

Un dio dunque… e gli Antichi ne avevano ben donde a qualificarlo così.

Un dio che, nel caso di specie, pur non manifestandosi apertamente (ma ne siamo così sicuri?), funge da motore della storia narrata.

E sì, perché, senza Amore nemmeno le Anime descritte nel romanzo de quo (“anima”, voce dotta dal latino ănima(m), da avvicinare al greco ánemos “vento, soffio”; quella “cosa” che il vocabolario definisce: “Parte spirituale e immortale dell’uomo”) avrebbero potuto compiere i viaggi spazio-temporali ben congegnati da Convalle.

Scrive bene (e non è piaggeria) Stefania Convalle: “Anime Antiche” coinvolge; soprattutto (e non è poco) induce il lettore a riflettere su di sé, a chiedersi chi sia, se sappia da dove viene e dove andrà…

Ma chi sono queste Anime?

Muriel, una donna delusa dalla vita; Lorenzo, “lo stronzo”; e Greg, forse il più wagneriano dei personaggi, alla ricerca com’è della redenzione dal peccato supremo.

Convalle è brava a condurre il lettore dentro le sue creature, dentro le Anime, con tatto e comprensione; quasi che Muriel, Lorenzo e Greg siano ognuno di noi…

E Luna? La sorpresa, la realtà…

E così, pagina dopo pagina, vista la bontà dell’Opera proposta, il lettore diventa sempre più esigente e, inevitabilmente, un filo di insoddisfazione matura approcciandosi al finale, privo di quella personalità fin lì mostrata dalla trama.