“LA MEMORIA DEI CORPI” di Marina Di Guardo.
Recensione a cura di Beniamino Malavasi
Finalmente, faticosamente, si è giunti all’ultima pagina di questo romanzo.
Thriller? Non scherziamo.
Trama inverosimile come e più la sceneggiatura di una telenovelas sudamericana di moda negli anni ’80 del secolo scorso: lenta, melensa, noiosa, monocorde, ripetitiva. Mai un’accelerazione, mai uno strappo…
Un po’ come le scene di sesso ficcate qua e là nel racconto: fredde, meccaniche, per nulla coinvolgenti o eccitanti; nonostante il tentativo di ravvivarle con pratiche estreme…
Lo stesso finale, che dovrebbe rappresentare il momento clou dell’Opera, pare buttato lì a caso, totalmente avulso dal resto della narrazione; quasi che l’Autrice si fosse stancata di propinare al lettore gli stessi concetti e le stesse idee espresse per oltre duecentoquaranta pagine…
Almeno i congiuntivi sono (più o meno) salvi; un po’ meno la punteggiatura (virgole).
Sì, per fortuna è finito.