Intervista ad Alessandra Micheli

Il Circolo Fozio è lieto di dare il benvenuto ad Alessandra Micheli, cuore e mente del blogLe fleurs du mal”.

Innanzitutto: Alessandra grazie per essere qui con noi! Pronta a dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità? Allora Partiamo! Il nome del tuo blog è un richiamo esplicito a Charles Baudelaire. Che cosa rappresenta per te il “Poeta maledetto”?

Ecco la domanda che aspettavo da secoli! Baudelaire rappresenta per me l’orgoglio di essere un po’ fuori dagli schemi. Il diverso che non necessariamente è un fallito, o un deviante o un animale da baraccone. È qualcuno dotato di una visione del mondo particolare, una percezione meno convenzionale, capace di rendere il quotidiano ASSURDO e il banale meraviglioso. Questa è la spiegazione colta. Quella personale è che da sempre mi sono sentita come l’albatros, oppressa dal tedio della convenzione sociale.

Cosa deve avere un libro (oltre a copertina e titolo) per attirare la tua attenzione e guadagnare le tue simpatie?

Io mi baso quasi sempre su Genere, trama e prima pagina. In libreria ho il mio giro preferito: thriller, fantascienza, classici e infine narrativa. Poi leggo le trame e infine compro tutto.

Al contrario (e tralasciando sempre copertina e titolo), cosa non sopporti in un libro?

Che sia scritto per vendere e quindi soffra di una mancanza di coraggio dell’autore di proporre la sua visione originale. Più che espressione di talento visionario è espressione di bisogni del pubblico. Non lo sopporto.

Qual è stata la molla che ti ha spinta a far partecipi gli altri delle tue recensioni?

Cercavo un hobby più creativo della saggistica. E le recensioni mi permettono di esprimere un lato folle che, nei saggi e negli articoli, mi è precluso. Scrivendo di politica e società ho poco spazio per immaginare. 

Secondo te perché, almeno in Italia, le donne leggono più degli uomini?

Non so se sia davvero così. Ma posso proporre una mia idea. Avendo avuto una storia un po’ complicata e spesso ostacolata da divieti (la donna ha dovuto lottare non solo per il voto ma anche per il diritto di istruzione, specie in Italia) adesso è come un voler compensare questo problema sociale. Ricordo che poche erano le donne capaci di disquisire di letteratura. Adesso si può e quindi ci si affanna a ottenere ciò che ci è stato, per secoli, negato.

Tu sei romana: che differenza c’è tra essere romanisti o essere laziali?

No comment !!!!

Il blog ti impegna parecchio. Se un domani decidessi di mollare tutto (ovviamente speriamo non accada) cosa ti piacerebbe fare?

Mi piacerebbe tornare a scrivere i miei articoli. Mi manca la politica, mi mancano i miei pomposi saggi sulla cittadinanza e sull’immigrazione.

Ricevi pressioni per essere accomodante nelle tue recensioni? Come ti comporti con gli “insistenti”?

Sinceramente non mi è mai successo. Sono ansiosi di ricevere la mai analisi e in quel caso li calmo con la mia famigerata dolcezza. Ma pressioni mai. O faccio paura. O si tratta di fortuna. O attiro solo un certo tipo di autori.

Perché hai iniziato a leggere?

E chi se lo ricorda. Avrò avuto si e no 7 anni. E ora ne ho…anta.

Credo che sia perché quelli della mia generazione (no, non dirò mai che generazione) non avevano altro da fare. Che fa molto Oliver Twist.

C’è un momento della giornata che reputi più adatto alla lettura e uno a scrivere recensioni, o un’ora vale l’altra?

Per la scrittura di recensioni comanda l’ispirazione. Che può bussare a ogni ora, in ogni momento e in ogni luogo. Per questo giro sempre con un taccuino in borsa. Per la lettura leggo ogni qualvolta posso, ovunque e in ogni mimino ritaglio di tempo.

Roma offre infinite opportunità culturali: presentazioni, fiere, librerie… Secondo te qual è lo strumento migliore per avvicinare una persona alla lettura?

Raccontargli il libro facendo emergere le emozioni che esso emana. Credo che in questo caso sia solo la passione che coinvolge.

Secondo te: che cos’è un “classico”? E un “capolavoro”? Le due definizioni possono coincidere o sono necessariamente cose diverse?

Un classico è un libro che sfida il tempo. E vince restando eterno. In un certo senso un po’ tutti possono diventare classici. Non solo la Austen per esempio, ma anche Benni o Eco. I classici sono libri che possono dire qualcosa anche se l’epoca, la società e la politica sono diverse. Un capolavoro è un libro che riesce a coniugare senza farli stridere forma e significato. Non necessariamente un capolavoro può diventare un classico. Perché il libro può essere applicabile solo al contesto in cui è scritto. Prendiamo Lara Cardella e il suo “Volevo i pantaloni”. Per me è un capolavoro, ma dubito diventerà mai un classico.

Consigli di lettura per il 2020?

Io consiglio sempre “Caffè Coppede” di Daniele Botti. Poi sicuramente la serie “Sice” di Fernando Santini. I libri delle edizioni “Le assassine”, in particolare “Chi ha ucciso Chamaine Karslake”, e “All’una e trenta”, “Percussor” di NPSedizioni, “Lady Killer” della Corte editore. “Black long coffin” di Tim Curran. Non può mancare il meraviglioso Sergio Duma con “Scorpio Baby Rose”, e Marco Chiaravalle con “Anime d’inchiostro”. E il mio libro preferito, “Strana Rana” di Antonio Lucarini. Assolutamente da leggere. E, poi, ovviamente,  qualche classico, come ad esempio “David Copperfield” di Dickens. “Orlando” della Woolf e i libri di Amborse Bierce e molta, tanta Aghata Christie.

Ringraziamo Alessandra per la sua disponibilità e per il tempo che ci ha dedicato.

Alla prossima!!!!