Intervista a Sara Di Furia



“ilcircolofozio” è lieto di ospitare Sara Di Furia, scrittrice e insegnante presso una scuola superiore.

Sara è autrice di: “Jack” e “La Regina Rossa” (entrambi “La Corte Editore”); “I segreti di Kane Town”, “Cuore d’istrice” e “Anima nera” (tutti editi da “GDS”); “Niccolò Spirito” (“Astro Edizioni”).

Innanzitutto: grazie per essere qui con noi e benvenuta!

Grazie a voi per avermi ospitato! Sono sempre molto felice quando si parla di scrittura e di libri!!! 

Cosa c’è di Sara scrittrice nella Sara insegnante e della Sara insegnante nella Sara scrittrice?

Entrambi gli aspetti convivono in me in ugual misura. Non ci sarebbe la Sara scrittrice se non ci fosse l’insegnante e viceversa. Le discipline che insegno (storia, filosofia e teologia) rientrano sistematicamente nei miei libri, ne sono spesso l’ispirazione. Dall’altra parte la metodologia che utilizzo nello scrivere mi aiuta a impostare meglio il mio lavoro con i ragazzi a scuola. Insomma, non vi è l’una senza l’altra. 

Sei in aula, stai facendo lezione o stai interrogando: improvvisamente hai un flash circa un passaggio, una immagine da inserire nel libro che stai scrivendo. Che fai?

Ah… fermo tutti e prendo appunti! I miei studenti conoscono la mia passione e sanno che il fuoco dell’ispirazione è tanto intenso quanto passeggero, sono abituati alle mie stranezze e a volte ne sono complici. Mi aiutano nelle ricerche preparatorie alla stesura oppure danno suggerimenti sulla trama. Mi piace renderli partecipi delle mie fatiche, delle sconfitte e dei successi. Così facendo imparano a gestire anche un po’ meglio la loro vita. 

Recentemente hai accompagnato la tua classe in gita in Francia: hai affrontato il viaggio solo come “dovere” o vi hai anche visto l’occasione per trarre spunti per la tua prossima opera?

Ogni volta che vado in viaggio d’istruzione con la scuola colgo occasione per prendere spunti per nuove trame. Sono occasioni preziose che non vanno assolutamente sprecate! Nel 2015 sono stata a Madrid con i miei ragazzi e ne è scaturito un thriller storico che, a breve, uscirà con La Corte Editore. Nel viaggio a Parigi appena conclusosi invece ho visto prendere forma la mia nuova storia che ora mi frulla in mente. Non ho ancora i dettagli ma già so che la mia Parigi di fine ‘800 sarà affascinante e terribile allo stesso tempo.

Come è nata la tua passione per la scrittura?

È nata con me! Da quando ho memoria ho sempre sognato scrivere. Il mio modello era Jessica Fletcher, la protagonista della serie tv “La Signora in Giallo”. Da bambina immaginavo di poter girare il mondo per promuovere il mio libro donando brividi ai lettori. All’età di otto anni mia madre decise di assecondare la mia passione e mi regalò una vera macchina da scrivere, una Olivetti in ghisa che ovviamente custodisco ancora. Da quel momento ho lavorato sodo per realizzare il mio sogno. 

Una mattina ti alzi e decidi di scrivere un nuovo libro: qual è la prima cosa che fai? Da dove parti?

Purtroppo non è così semplice. Non sono mai io a decidere quando è il momento di scrivere. Spesso passano mesi tra una stesura e l’altra perché non arriva l’intuizione giusta. Ho imparato che forzare la mano è controproducente quindi aspetto che l’idea arrivi da sé. Quando accade la prima cosa a cui penso è documentarmi sul periodo storico, sull’ambientazione e sulla biografia di alcuni personaggi conosciuti che intendo inserire nel romanzo. Scrivendo storici è fondamentale non commettere errori in questa prima fase, ne va della credibilità di tutto il romanzo. 

In base a cosa decidi i nomi dei personaggi? E le ambientazioni?

Per quanto riguarda i nomi dei personaggi faccio in primis una ricerca di quelli più usati all’epoca in cui intendo ambientare la mia storia. In un secondo momento li scelgo in base alla sonorità, all’armonia che emanano mentre li si pronuncia. Questo aspetto è importante perché dice molto del carattere di un personaggio e il messaggio arriva, anche se inconsciamente, al lettore. Per le ambientazioni non ho un motivo in particolare che mi spinge a sceglierne una piuttosto di un’altra. È la storia che le sceglie da sé.

È vero che la parte più difficile da scrivere in un romanzo è il finale?

Verissimo!!!! Quando la storia ha vissuto ed è cresciuta nella mia testa per mesi e mi trovo a un soffio dal concluderla, non vedo l’ora che arrivi il finale. Ma, nel mio caso, questa frenesia è deleteria perché per la fretta, cattiva consigliera, non faccio un buon lavoro. Quando arrivo a quel punto mi devo sempre imporre di rallentare perché, per dare equilibrio, tutto deve essere calibrato al punto giusto con il resto della narrazione. Lo scrittore, da questo punto di vista, deve essere anche un po’ architetto. 

Con la nascita del movimento “Me too” si è cercato di dare nuovo impulso alla parità di ruoli tra uomo e donna. In Italia, secondo le statistiche, le donne leggono più degli uomini. Secondo te, nel mondo dell’editoria (e, più in generale, in quello della cultura), si può parlare di parità tra i sessi o esistono (ancora) squilibri?

Non credo che nel modo dell’editoria, dal mio punto di vista da autrice, ci siano squilibri. Credo invece che esistano dei pregiudizi. Non è la prima volta che mi capita che qualcuno mi chieda che genere di romanzi scrivo e quando rispondo “thriller storici” vedo la sorpresa stamparsi sul volto del mio interlocutore. Questo accade perché si pensa, soprattutto in Italia, che una donna sia più portata per natura a scrivere narrativa, sentimentali o erotici. É un pregiudizio legato al ruolo che il nostro Paese attribuisce ancora alla donna, regina del focolaio domestico. Non dico che le donne non lo siano. Dico invece che sono molto più di questo. Per quanto riguarda i lettori, beh… le statistiche parlano chiaro. Le donne leggono di più e acquistano più libri.  La cultura in Italia si tinge di rosa. 

Nel suo testamento il celebre “Zio d’America” ti lascia il famoso milione di dollari purché tu scelga fra l’essere o solo scrittrice o solo insegnante: cosa decidi?

La scelta sarebbe difficilissima. Ho studiato moltissimo, e continuo a farlo, per essere una brava insegnante. Lasciare l’insegnamento non sarebbe corretto nei confronti della Sara che ha passato giorno e notte sui libri, che ha sudato per superare gli esami all’università e che si sente realizzata quando uno studente le dice “ok prof, ora ho capito!”. Dall’altra parte, rinunciare a scrivere sarebbe tradire i sogni di quella bambina che voleva diventare Jessica Fletcher. Onestamente… non lo so. 

Un autore o un’autrice al quale o alla quale impediresti di continuare a scrivere? Viceversa, oltre ad Alberto Angela (Facebook non mente!), chi inviteresti a cena?

Non c’è un autore che detesto particolarmente, vorrei soltanto che ognuno rimanesse nei propri settori di competenza. Sarò all’antica, ma mi innervosisco quando vado in libreria e vedo nel settore “best sellers” i testi scritti da youtubers, conduttrici tv, chef stellati e altri. Ma poi penso che ho un libro da terminare e l’acidità di stomaco passa in un attimo.

Per l’invito a cena… mamma mia… è così evidente che sono pazza di Alberto Angela? Eh no, o lui o nessun altro! 

Leggi di tutto o alcuni generi li scarti a priori?

C’è un solo genere che non leggo ed è l’erotico. Non è proprio nelle mie corde. Per il resto leggo un po’ di tutto soprattutto se sono romanzi di colleghi e amici scrittori. Passo quindi dal fantasy al sentimentale, dal distopico al thriller. E poi tanto tanto tanto storico. 

Che cosa sogna Sara Di Furia?

Sara Di Furia sogna in grande. Sogna il proprio romanzo tradotto in diverse lingue. Sogna di tornare nelle città che ha visitato all’estero, entrare in una libreria qualsiasi e trovare il proprio libro sugli scaffali. E poi, naturalmente, Sara sogna di incontrare di persona Angela Lansbury (che ha dato vita al personaggio della Fletcher in tv e alle fantasie di una bambina di otto anni). Che vorrei incontrare Alberto Angela e regalargli un mio libro si può dire? 

Con l’auspicio di averla di nuovo nostra ospite, magari per parlare del suo prossimo libro, ringraziamo Sara per la sua disponibilità e la sua pazienza!