Intervista a Rosa Cozzi

Il Circolo Fozio è lieto di ospitare Rosa Cozzi: poetessa (la recensione alla sua ultima fatica – “Diario erotico” – è disponibile proprio qui sul Circolo) e…bisnonna!

Allora, Rosa: innanzitutto grazie per essere qui con noi! Avvisiamo subito che, quella che segue, sarà un’intervista non convenzionale: pronta a partire?

Sì, certo.

Bene: iniziamo!

Dunque tu sei italiana, sei nata insieme alla Repubblica Italiana eppure, per molti anni, hai avuto come Capo di Stato un Principe (Ranieri III Grimaldi di Monaco): che effetto ti ha fatto?

Avevo poco meno di 21 anni quando andai ad abitare nel Principato di Monaco. Devo dire che all’epoca, parlo del 1966, il Principato era un vero reame da fiaba, la principessa Grace e il Principe Ranieri erano i protagonisti di una storia d’amore. Ho avuto l’occasione d’incontrare la principessa Grace: era bellissima.

Come ci si sente a essere chiamati “Contessa” (per chi non lo sapesse, il marito di Rosa era conte, discendente di un’illustrissima famiglia nobiliare francese)?

Purtroppo non ho titolo nobiliare: il mio defunto marito discendeva dal ramo povero e senza titolo dei conti Lautier di Roquemaure.

Meglio il mare verace della Calabria (Regione di origine di Rosa) o quello patinato di Montecarlo (come accennato, patria adottiva di Rosa per oltre un ventennio)?

Non si può paragonare il mare aperto e frastagliato della Calabria: il suo colore e la sua forza nella tempesta lo rendono unico. Il mare del Principato è molto esiguo, fabbricato ad hoc da esperti ingegneri, ma molto frequentato da gente chic.

Ti sei sposata giovanissima, hai avuto quattro figli e, ancora giovane, sei rimasta vedova: hai, quindi, affrontato l’intero “arco costituzionale” delle emozioni che una persona possa vivere. Le gioie della maternità e il dolore della vedovanza: si bilanciano o una delle due prevale sull’altra?

Si bilanciano; dovevo compiere 53 anni quando rimasi vedova. Ma sono riuscita a superare molte avversità, ho combattuto per non cadere nella disperazione.

Figli e nipoti (le pronipoti sono ancora piccole…): quale è stata la loro reazione quando hanno scoperto titolo e contenuto (“Diario erotico”) della tua ultima fatica letteraria?

Mio figlio, il più grande, mi ha detto: “Mamma, con questo ultimo libro, farai innamorare anche i più misogini sull’amore!”

Una delle tue opere precedenti si chiama “Ci sono ancora le favole”. Tu ci credi alle favole o le favole “valgono” solo per i bambini?

Le favole servono ai bambini, per stuzzicare la loro fantasia e creatività; ma valgono anche per gli adulti. Certo non edulcorate e mielose.

Durante la presentazione del “Diario erotico” in quel di Ventimiglia (video disponibile in rete) ti sei emozionata fino alle lacrime: realtà o finzione?

Io odio la finzione, difatti il mio motto è: le bugie hanno le gambe corte! Ero molto emozionata, eppure sono una donna forte. Sentivo dentro di me di aver partorito versi intensi e profondi, ben lontani dai versi del mio primo libro.

Tra le doti che ti vengono riconosciute c’è il saper cucinare: confidaci un piatto che prepari quando sei giù di corda e uno per quando sei felice.

Dunque: se mi devo coccolare per tirarmi su di morale, preparo un buon tiramisù a modo mio (senza bianco d’uovo ). Se sono felice, mi butto a capofitto nella preparazione di un bel piatto a base di pesce (assolutamente freschissimo) con varianti a modo mio.

Cos’è per te lo scrivere?

Scrivere per me è far uscire pensieri e parole dal mio pensare. Metterli poi nero su bianco diventa una sfida, trovare le parole giuste per appassionare chi mi legge.

Chi o cosa leggi? Un titolo o un autore che ti senti di suggerire agli amici del Circolo Fozio?

Io sono un’accanita lettrice, leggo ogni pomeriggio principalmente thriller (James Patterson, Sandrone Dazieri) e polizieschi, ma anche romanzi e saggi; leggo finanche gli scontrini! Prima compravo molti libri, ora mi reco in biblioteca. Sembrerebbe che sia la più assidua lettrice, magari prima o poi mi daranno una medaglia! (quota 6300 libri letti, ma non chiedetemi i titoli!).

Sesso necessariamente con amore o sesso anche senza amore: tu come la vedi?

Il sesso, per come la penso io, deve avere come compagnia l’amore o, perlomeno, l’affetto. Ma ora come ora è solo sesso sfrenato con partner occasionali, io li definisco fuochi di paglia.

Rosa tu sei bilingue: italiano e francese. Je t’aime o ti amo?

Sì, conosco perfettamente la lingua francese. Pronunciare “Je t’aime” guardandosi negli occhi ha un certo non so che di dolce e tenero.

Ringraziamo Rosa Cozzi per la disponibilità e la pazienza!

Sono io che ringrazio voi. Arrivederci.

Alla prossima!

Una risposta a “Intervista a Rosa Cozzi”

  1. Grazie per la gentilezza nell’intervistarmi.
    Siete una equipe vincente sicuramente.
    Un affettuoso augurio di cuore.
    Rosa Cozzi Lautier

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