Intervista a Mirca Ferri


BIOGRAFIA

Mirca Ferri, classe 1977, è nata a Scandiano e risiede a Sassuolo con il marito e il figlio tredicenne.

Diplomata presso Liceo Scientifico di Modena si è avvicinata al mondo della scrittura fin da ragazza, con la stesura di brevi componimenti pubblicati per il giornale della biblioteca locale.
Attualmente frequenta l’Università Domenicana Internazionale, corso di Storia della Teologia.
Ha iniziato pubblicando, con buon successo, una raccolta di testi in prosa, ”Identità perse raccolte, perdute e ritrovate” che narrano  del cambiamento della sua vita a seguito della scoperta della sua malattia; Raccolta alla quale stato dedicato un articolo sulla “Gazzetta di Modena”, ottenendo recensioni positive anche da parte dei lettori.
Il suo primo romanzo “Radici d’infanzia, ali di vita”, edito dalla casa editrice ERACLE SRL, è stato  recensito da numerosi blog letterari, che ne hanno elogiato il valore dello scritto e della narrazione. Anche su di esso è stato pubblicato un articolo sul quotidiano locale e, recentemente, è stato inserito nell’antologia LIBURNI per meriti ricevuti.

A Novembre 2018  è uscito il volume, genere “narrativa romance“, intitolato “ Lati Scaleni”, edito dalla “PAV CASA EDITRICE”, primo capitolo di una trilogia. Ha presentato il secondo volume della trilogia, intitolato Direzione Ipotenusa Volume II”, sempre edito da “PAV EDIZIONI”, in anteprima al “BUK FESTIVAL” di Modena. La Trilogia si è conclusa nel dicembre 2019 con “Rette coincidenti”.

Recentemente ha vinto un’ attestato di merito partecipando al concorso “Verba volant, scripta manent”.

Su commissione, ha narrato la storia di un castello del luogo ove risiede intitolata “Il varco dell’oste”.

A Luglio 2019 è uscita la sua prima antologia di racconti denominata: “SOPRAVVISSUTI: Le sorti della guerra le decreta chi decide le regole della pace.” Questo libro è attualmente in corsa per due premi letterari.

Nel 2020 ha proseguito con altri 2 testi: “Il confine del nulla” che tratta il tema della morte; e “Nella nebbia controcorrente”  un ronanzo psicologico/narrativa.

Mirca Ferri partcipa a numerosi corsi di scrittura creativa e ha creato un suo personale tour letterario denominato “La ragazza con la valigia”.

INTERVISTA

Il Circolo Fozio ha il piacere di accogliere, per una chiacchierata in famiglia, Mirca Ferri: scrittrice e molto altro.

Grazie Mirca per essere qui con noi!

Pronta a dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità?
Certamente.

Bene! Allora iniziamo! Leggendo la tua biografia, un dato balza subito all’occhio: sei iscritta alla facoltà di “Storia della teologia” presso l’Università Domenicana Internazionale. Una scelta alquanto insolita: ce ne vuoi parlare?

La Storia mi affascina da sempre e i primi che ne hanno permesso la divulgazione sono stati gli scrivani dei reali e del clero. Da lì il mio interesse di approfondire l’argomento, anche perché fortemente cattolica.

Sei nata a Scandiano, abiti a Sassuolo: terre di confine tra pianura e appennino. Ti ci riconosci o la geografia è una cosa e Mirca è un’altra?

Sono nata a Scandiano, vivo a Sassuolo e sono cresciuta in campagna a Pigneto (MO). Quello è il luogo dove mi riconosco maggiormente. Personalmente non sono una grande viaggiatrice. Amo tutta la mia terra emiliana dalla quale non mi staccherò mai.

Hai alle spalle tante pubblicazioni: che cosa ti attira dello scrivere?

Scrivere è stata la mia medicina. Sono affetta da una grave patologia autoimmune che, per anni, ha devastato il mio corpo, sottoponendomi a cure dolorose e debilitanti. In quel momento sfogavo la mia depressione scrivendo interi quaderni di pensieri. Quando la malattia è entrata in una fase di remissione ho estrapolato da essi i pezzi migliori e ho scritto il mio primo libro. Da lì, la passione e l’energia che ne sono scaturite mi hanno permesso di continuare sempre con maggior entusiasmo. 

In una intervista hai dichiarato che il tuo momento propizio per scrivere è la sera: possiamo aggiungere che “la notte porta consiglio”?

Per me, sicuramente. Finisce la giornata, i rumori si affievoliscono e inizi ad ascoltare i tuoi pensieri. Così ecco, nasce il momento propizio. 

Nell’ambito letterario, trovi che l’essere una (bella) donna aiuti o, piuttosto, crei pregiudizi nei tuoi interlocutori?

Io non sono una bella donna. Sono una donna normale. Credo che nell’ambito della letteratura l’aspetto fisico non abbia alcuna influenza. È la notorietà, piuttosto: se tu, per esempio, sei diventato celebre per un tal motivo e scrivi un libro, di sicuro molte CE autorevoli si interesseranno a te perché il grande pubblico compra i testi di persone che ha visto in televisione. 

Domande impertinenti. Marito e figlio come giudicano il tuo operato di scrittrice? Cosa pensano dei tuoi libri?

Mio marito e mio figlio sono, da sempre, i miei maggiori sostenitori. Non posso negare di essere una donna, moglie e madre davvero fortunata e grata.

Più difficile (o più facile) scrivere il primo libro o i successivi?

Dipende. Più si scrive più s’impara, anche perché, nel mentre, io frequento molti corsi di scrittura atti a migliorarla. Credo che dipenda dall’argomento che stai scrivendo. Quanto ti senta coinvolta da ciò.

Hai qualche segreto, ti concedi qualche scaramanzia, prima di affrontare il pubblico (presentazioni, firmacopie, eventi)?

Mille scaramanzie! Sono più superstiziosa di una zingara. Metto sempre le stesse scarpe, lo stesso tavolino, la valigia, l’ordine di testi e un calice di vino bianco.

Domanda classica. Porta a destra: Nobel per la letteratura. Porta a sinistra: contratto a vita in esclusiva con la casa editrice più importante. Quale porta apri?

Destra. Senza dubbio.

Domanda impertinente. Sai cucinare?

Sì, e anche molto bene. Però odio fare la spesa. E quindi cucino con quello che mio marito (sant’uomo) compra al supermarket. Ma se decido di mettermi sotto, ho le mani d’oro, ereditate da mia mamma.

Progetti per il futuro?

Sono in fase di pubblicazione di un nuovo libro edito da “PAV EDIZIONI”. È un libro di filastrocche, tutte in rima e illustrato. Sembra per bambini ma, in realtà, ogni storiella contiene messaggi profondi, positivi e propositivi. L’eredità migliore, credo, che possiamo lasciare alle generazioni future.

Ringraziamo Mirca Ferri per essere stata in nostra compagnia.

Grazie mille a Voi.

Alla prossima!