Intervista a Massimo “Walt” Mirandola (il ritorno di Balzani)

In occasione dell’uscita del secondo capitolo delle avventure, rectius, indagini di Marco Balzani, Commissario di Polizia, Il Circolo Fozio è lieto di ospitare Massimo Mirandola, il suo Creatore.

Allora Massimo: innanzitutto grazie per aver nuovamente accettato il nostro invito!

Ormai dovresti essere pronto a confessare ogni tuo recondito segreto (ammesso te ne sia rimasto qualcuno dopo l’ultimo nostro incontro), o no?

Grazie a te per ospitarmi nel tuo Blog. Ti rispondo citando Aba, il personaggio di un romanzo di Roberto Costantini: “Quando non puoi o non vuoi dire la verità, cambia discorso.” Visto che Milan?

Birbantello! Dai che partiamo!

Dunque, nel precedente incontro, hai confessato che il tuo nickname, “Walt”, deriva da Walt Kowalski, protagonista di “Gran Torino”, film del sempre grande Clint Eastwood. Ecco, se tu dovessi scegliere un attore per interpretare il buon Balzani, Eastwood sarebbe nell’elenco dei papabili?

Clint Eastwood è Harry Callaghan, ovvero Harry “la carogna”. Il mio Balzani lo vedo più interpretato da Alessandro Gassmann o Marco Giallini.

“I passi della follia – Zona buia per Balzani”, primo capitolo con Balzani protagonista, ti ha fatto conoscere al grande pubblico. Ora che sta per uscire il seguito, ti sei montato la testa?

No, anzi, devo dire che ho sentito il peso, se così si può definire, di scrivere una storia all’altezza del primo romanzo. Mi sono detto: e i miei lettori? Non voglio deluderli! Ho preso consapevolezza del fatto che adesso ho dei doveri verso chi ha investito tempo e denaro per leggere quello che avevo da raccontare. Spero di non scontentarli.

E più facile, o più difficile, iniziare un nuovo percorso o riprendere e continuare su quella strada? In altre parole, hai fatto più fatica a inventare di sana pianta Balzani o a inventare le nuove indagini?

Ho fatto meno fatica a iniziare con il commissario Balzani, era la prima storia, filava liscia. Nella seconda avventura non volevo rischiare di cadere nella banalità o diventare in qualche modo ripetitivo, e quindi cercavo un’idea che potesse tenere il lettore sulla corda, senza risultare scontato. Non faccio fatica a inventare nuove indagini, la cronaca è piena di spunti. Il difficile è rimanere più fedeli possibili alle procedure di polizia.

In questo nuovo capitolo Marco Balzani sembra, sì, più maturo ma, contemporaneamente, accetta di scendere a compromessi. Cosa c’è dietro a questa scelta?

Rispecchia la vita di ogni giorno, noi tutti dobbiamo, nostro malgrado, scendere a compromessi. Ho cercato di renderlo più umano, in modo che il lettore potesse immedesimarsi nelle sue decisioni.

Niente sesso (a differenza del libro d’esordio, dove fanciulle pericolose e ammiccanti non mancano): Balzani indaga. Anche questa scelta rientra nella maturazione del Personaggio o c’è altro?

Sono due storie diverse. Mi piace scrivere thriller ma anche leggerli, e da lettore mi disturberebbe trovare sesso gratuito, se non ben contestualizzato o senza un reale fine rispetto alla storia.  Preferisco portare con me il lettore su una scena del crimine. Sono più bravo a descrivere come un proiettile si conficca nello sterno, bucando un polmone e facendo uscire delle bolle d’aria rosee dalla bocca, piuttosto che un letto con due corpi avvinghiati.

Da Balzani 1 a Balzani 2 come è cambiato, se è cambiato, Massimo Mirandola?

Sono sicuramente più consapevole di come affrontare la scrittura, poi devo dare il merito alla mia editor, Serena Donvito, che nei momenti di difficoltà mi ha aiutato a superare le fasi di stallo.

Critiche e recensioni, tanto positive quanto negative, sono le naturali conseguenze del lavoro di scrittore. Tu come le hai vissute e le vivi? Ce n’è qualcuna che ti ha colpito o ferito più di altre?

Mi credi? Solo io ho venduto più di cento copie, un numero da capogiro, per me. Ho ricevuto un’unica recensione negativa, che ho stampato e tengo in bella vista. Le altre, tutte positive, ricevute anche da colleghi autori/autrici che alle loro spalle hanno già un bagaglio di pubblicazioni, mi hanno dato emozioni indescrivibili. Ogni nuovo lettore mi fa salire la tensione, spero sempre di non deluderlo.

C’è un momento ad hoc per scrivere oppure ogni istante è quello giusto?

Proprio in questi giorni ho approntato in casa un piccolo angolo per la scrittura. Generalmente non ho orari fissi per scrivere. Ho turni di lavoro pressanti, devo ottimizzare il poco tempo a disposizione. Diciamo che, con Serena, ci sentiamo quotidianamente, mantenendo così in pista la storia che sto scrivendo, ed è come essere al computer a ticchettare sui tasti.

Uno come Marco Balzani è meglio averlo come amico o è peggio averlo come nemico?

È meglio averlo come amico, si farebbe in quattro per tirarti fuori dai guai. Ad averlo come nemico, mi sentirei braccato ogni istante.

Adesso, a casa di Massimo Mirandola chi cucina? E dei calzini chi se ne occupa? Sempre “Walt” o, adesso che sei famoso, uno stuolo di chef e colf stellate?

Rimango umile. Vado sempre al solito ristorante cinese, al Mc Donald’s, la solita pizzeria; poi, lo chef stellato sono io!

Quando autografi una copia del tuo libro a cosa pensi?

“Chissà se ho già scritto questa frase!” Scherzi a parte, tremo: sale la tensione perché sento nel romanzo l’aspettativa del mio lettore.

Ti fermano le Forze dell’ordine per un normale controllo stradale: ti spacci per “amico” del Commissario Marco Balzani o… taci?

È capitato che per lavoro incontrassi volanti della polizia o agenti e… ho fatto pubblicità al commissario Balzani! Appena possibile, prenderò anche un appuntamento con l’ufficio di gabinetto della questura di Latina; il resto, è segreto.

Che regalo ti sei fatto con i proventi della vendita di “I passi della follia – Zona buia per Balzani”?

Ho regalato due libri, e il resto l’ho investito per il secondo romanzo; ma non credere, modiche cifre eh!

Ringraziamo ancora una volta Massimo Mirandola per la disponibilità!

Grazie a te per avermi ospitato nel tuo Blog.

Un saluto e un “In bocca al lupo” per i tuoi libri!!!!

Qui la precedente intervista a Massimo Walt Mirandola