Incontro con Giovanni Fasanella – Rassegna “Ne vale la pena” – Auditorium Biblioteca “A. Loria” 26/11/2022


Si è svolto lo scorso 26 novembre 2022, presso l’Auditorium della Biblioteca “A. Loria” di Carpi, nell’ambito della rassegna “Ne vale la pena” curata dal giornalista Pierluigi Senatore (a sinistra nelle foto), l’incontro con Giovanni Fasanella (a destra nelle foto), giornalista e saggista.

Argomento dell’incontro il contenuto dell’ultimo libro di Fasanella [scritto in collaborazione con Mario Josè Cereghino] “Nero di Londra. Da Caporetto alla “Marcia su Roma”: come l’intelligence militare britannica creò il fascista Mussolini”, basato sull’archivio, desecretato nel 2001, di Sir Samuel Hoare.

Pierluigi Senatore: ci si basa sull’archivio del tenente colonnello Hoare: quanto e perchè è attendibile?

Giovanni Fasanella: lo dice la sua biografia: non è passato lì per caso! È personaggio influente della politica britannica dai primi del ‘900 ad almeno la II Guerra Mondiale. Apparteneva a famiglia di influenti banchieri inglesi. Ha iniziato la carriera nell’esercito, poi è passato all’intelligence; è stato ministro dell’interno, Primo Lord dell’Ammiragliato, ministro degli esteri, ambasciatore. Era esponente autorevole nella cerchia strettissima di Churchill, per conto del quale ha svolto funzioni in Italia dal 1917 e ha mantenuto rapporti con il regime fascista fino alla fine: nel periodo 1943-1945 discuteva i dettagli dell’Armistizio e degli accordi di pace-fine guerra.

P. S.: C’è  mano inglese anche dietro alla fucilazione di Mussolini? Agli U.S.A. conveniva, agli inglesi?

G.F.: l’Autore non ha strumenti, deve fare ipotesi, ma aggiungerne un’altra a tutte le altre non avrebbe senso. In Ighilterra se ne parlava [dei rapporti con Mussolini] anche durante la ritirata di Dunkerque, durante la Battaglia d’Inghilterra, durante quella che  Churchill definì “L’ora più buia”. Nel luglio del 1940 in Inghilterra esce The guilty men [trad.”I colpevoli”] a firma Cato [richiamo a Marco Porcio Catone],  nom de plume dietro al quale si celano Michael Foot, giornalista dell’Evening Standard e futuro leader del Partito Laburista; Frank Owen, liberale; Peter Howard, conservatore. Il libro, che ha un successo clamoroso, è una denuncia al vetriolo alla classe dirigente conservatrice, da Churchill a Hoare. Lo stesso Foot, nel 1943, pubblica e mette in scena una pièce teatrale: The Trial of Mussolini [trad.”Processo a Mussolini”; pubblicata in Italia nel 1946 col titolo Un inglese difende Mussolini]: in esso l’Autore immagina si tenga un processo a Musolini negli anni 1945-1946 dove il Duce poteva chiamare a proprio favore la classe dirigente inglese; da notare che le parole che Foot mette in bocca a quest’ultima sono vere, essendo tratte da discorsi e altri scritti ufficiali. Il “Processo” viene recensito da George Orwell [quello de “La fattoria degli animali” e “1984” per intenderci] il quale dice che l’Inghilterra non ha l’autorità morale per processare Mussolini visto che nel periodo 1917-1940 egli si è mosso secondo le coodinate inglesi e che l’unica sua colpa è stata dichiarare guerra all’Inghilterra. Quindi: Mussolini è colpevole, ok, ma, si chiede Orwell, quale condanna dargli? Impiccarlo? Meglio di no. Lasciarlo fuggire in Svizzera con valigia piena di titoli al portatore? Meglio di no: Mussolini vivo sarebbe una mina vagante. Se lo uccidiamo noi rischiamo di trasformarlo in martire. Meglio venga ucciso dai suoi connazionali senza processo…

P. S.: 1917-1918 perchè fu scelto Mussolini? Mussolini quindi come burattino? Quando si è passati da Mussolini-Inghilterra a Mussolini-Perfida Albione?

G. F.: 1917 post Caporetto c’era timore che l’Italia facesse come la Russia che, sconvolta dalla Rivoluzione, firmò pace separata con Tedeschi e Austro-Ungheresi. Se l’Italia si fosse ritirata gli Imperi Centrali avrebbero potuto spostare le truppe verso la Francia (e l’Inghilterra). Ancora, Giovanni Giolitti stava trafficando con politici francesi per indurli a far firmare la pace alla Francia. L’Inghilterra sarebbe rimasta sola a combattere con il rischio di perdere l’impero. Hoare si rivolge ai francesi e loro gli dicono di aver pagato Mussolini affinchè fuoriuscisse dal mondo socialista – fronte neutralista e “spingesse” per rompere l’alleanza con i tedeschi risalente al 1882. Mussolini fonda il giornale Il popolo d’Italia che diventa voce interventista. Hoare incontra così Mussolini e lo trova “affascinante”. Mussolini viene reclutato dal servizio segreto militare inglese con nome in codice The Count [trad. “Il conte” per il suo modo di presentarsi sempre elegante] e finanziato illimitatamente con i fondi occulti del servizio segreto militare inglese. Nel 1919 Mussolini crea così i Fasci di combattimento, le squadracce. La “Marcia su Roma” è stata organizzata dall’ambasciata inglese insieme al servizio segreto militare inglese.

P.S.: Mussolini è stato manovrato o ha manovrato l’Inghilterra?

G.F.: è difficile stabilire chi manovra chi. Ma è certo che se inglesi non avessero investito su Mussolini convincendo il Re (uomo degli inglesi) a dargli il potere… La stessa “Marcia su Roma” è una leggenda: i fascisti erano accampati nei pressi di Roma mentre i quadriumviri erano a Perugia, divisi tra l’Hotel Brufani e il Palazzo di Romeo Adriano Gallenga Stuart, liberale umbro, agente inglese. Forse è stato il Medioriente la causa della rottura tra Mussolini e gli inglesi, ma siamo già nel 1935, alla vigilia della campagna d’Etiopia. Alessandro Martelli, capo dell’Agip, chiede a Mussolini perchèl’Etiopia e non l’Iraq dove gà l’Agip ha interessi petroliferi e dove, con 500.000 Lire [dell’epoca] si poteva avere la maggioranza assoluta del petrolio iracheno. Ma Mussolini è irremovibile: vuole costruire l’Impero. Così il petrolio iracheno finirà agli inglesi; inglesi che, da un lato, favoriscono la conquista etiopica da parte dell’Italia, dall’altra impongono le sanzioni. Però solo formalmente: Hoare permetterà l’aggiramento delle sanzioni.

P.S.: senza influenza inglese il fascismo si sarebbe radicato?

G.F.: è difficile fare la storia con i “se”; occorre stare ai dati certi. Senza aiuti inglesi il fascismo non sarebbe esistito…

P.S.. omicidio Matteotti

G.F.: siamo nel 1924, Mussolini non ha ancora consolidato il potere. In Inghilterra, i laburisti, al governo per pochi mesi, danno a Matteotti le prove della corruzione petrolifera [con la compagnia USA Sinclair Oil] che investe Mussolini, la sua famiglia e il Re. Matteotti avvisa che avrebbe tenuto in Parlamento un discorso di denuncia contro il malaffare fascista, ma viene ucciso prima. La borsa di Matteotti con i documenti incriminanti finisce nelle mani di Dumini [il capo della squadraccia fascista che rapì e uccise Matteotti], che si scoprirà essere un agente inglese. Dette carte verranno ritrovate fortunosamente in una intercapedine nella casa di Dumini a Derna, in Libia, nel 1941 dagli inglesi. Per evitare problemi [agli inglesi] Churchill dà ordine che le carte spariscano…

P.S. noi italiani non abbiamo fatto i conti col passato (quasi tutti sono stati coinvolti)…

G.F.: abbiamo un rapporto complicato con la memoria del Passato. Tutta la nostra storia è fatta di traumi violenti: è scattata l’autofifesa: cancellare momentaneamente il passato pensando di eliminare il dolore del trauma. Però, se  ciò è comprensibile all’inizio, diventa malattia se atteggiamento diventa cronico: sindrome post-traumatica da stress. Si resta prigionieri del trauma. Gli apparati fascisti sono passati alla Repubblica: non c’è interesse a mantenere la storia.

Domanda dal pubblico: secondo le sue analisi Churchill è stato più Santo [discorso delle lacrime e del sangue] o più Diavolo [rapporti con Stalin e, appunto, con Mussolini]?

G.F.: Churchill, come tutti i grandi statisti, aveva una buona dose di cinismo; senza dimenticare che governava il più grande impero coloniale del mondo e agiva di conseguenza.

Domanda dal pubblico: omicidio Matteotti

G.F.: Matteotti operò in un contesto storico-politico difficile ma, avendo a cuore l’interesse nazionale, fece quello che era necessario fare per garantire il benessere degli italiani: recupera risorse dove per l’Italia era più conveniente. Facendo ciò entra in collisione con le cosiddette Sette Sorelle, in particolare con le compagnie inglesi. Gli inglesi credevano di avere avuto dagli USA e dall’URSS una sorta di prelazione sul decidere la vita e la politica italiana. Con Mattei l’Italia acquisisce influenza nelle stesse aree dove inglesi e francesi esercitavano i loro poteri coloniali. L’Italia vinse con la pace; Anglo-francesi persero con la pace.

P.S.: perchè nessuno fa cenno alle responsabilità inglesi?

G.F.: ognuno scrive quello che si sente di scrivere sulla base delle fonti che ha. Cattivo prodotto? Buon prodotto? Giudica il lettore. Basti pensare al carteggio Churchill-Mussolini: è noto da tempo, perchè nessuno approfondisce? Dal 1959 l’archivio di Sir Samuel Hoare è conservato nella biblioteca dell’Università di Cambridge. È stato desecretato nel 2001. Solo nel 2009 il Guardian pubblicò articolo ove si diceva che uno storico inglese aveva esaminato una parte di detto archivio: detto articolo fu ripreso da molti organi di stampa in tutto il Mondo, tranne che in Italia: perchè?

P.S.: anche oggi è Perfida Albione?

G.F.: rispetto all’epoca di cui abbiamo parlato la situazione è molto più complessa, si parla di multipolarità. Tuttavia l’Inghilterra continua a esercitare un ruolo predominante in Italia, specie nel mondo della cultura.