AL-MUWATTA’

 

SINOSSI

Scritto nell’VIII secolo, il Muwatta’ è il più antico trattato di legge islamica. Fin che il Profeta stesso era in vita, non c’era bisogno di una legge musulmana sistematizzata, sia perché la sua autorità in merito era assoluta, sia perché i confini politici del mondo musulmano non si estendevano oltre la penisola arabica, dove vigevano norme consuetudinarie omogenee. Ma dopo la sua morte da un lato viene a mancare la sua autorità carismatica e dall’altro l’Islam si diffonde rapidamente in territori multi-etnici, dove le tradizioni giuridiche erano molto differenti. Di qui la necessità di raccogliere una casistica in grado di coprire un’ampia gamma di attività umane, molte delle quali non venivano trattate nello stesso Corano. Nascono cosi, fra VIII e IX secolo, varie scuole giuridiche, ma il primo vero “manuale pratico” di legge islamica è questo di Malik ibn Anas, che anche dal titolo (muwatta significa “cammino reso piano”, “percorso agevolato”) si propone come uno strumento da utilizzare per districarsi nella complessità dei problemi, insomma, per l’appunto, un manuale. L’enorme fortuna di questo libro ha attraversato il mondo islamico e il Muwatta’, qui tradotto per la prima volta in italiano, è tuttora il testo base della legge islamica in gran parte del Nord Africa. Un libro fondamentale per capire in profondità la cultura islamica, affondando nelle sue più antiche origini, al di là della disinformazione che spesso domina in questo campo.

DESCRIZIONE

Poco noto ai più, “Al-Muwatta’” è un testo poderoso, composto da una corposa introduzione, necessaria per addentrarsi in una materia così complessa, e da una ricca bibliografia. e indici vari.

In realtà, al pari (esempio) del Codice Civile italiano, anche “Al-Muwatta’” è composto da vari Libri (XXXI per la precisione), ognuno attinente a uno specifico argomento: Libro della preghiera; Libro dei funerali; Libro dell’elemosina rituale; Libro del digiuno; Libro del ritiro spirituale; Libro del pellegrinaggio; Libro del jihad; Libro dei voti e dei giuramenti; Libro delle vittime sacrificali; Libro degli animali macellati; Libro della caccia; Libro della vittima sacrificata per una rinascita; Libro delle parti ereditarie; Libro del matrimonio; Libro del ripudio; Libro dell’allattamento; Libro delle compravendite; Libro della commenda; Libro del contratto di mezzadria; Libro dell’affitto della terra; Libro del retratto; Libro dei giudizi; Libro del testamento; Libro dell’affrancamento e del patronato; Libro dell’affrancato per contratto; Libro dell’affrancato post mortem; Libro delle pene coraniche; Libro delle bevande; Libro delle bevande; Libro del prezzo del sangue; Libro del giuramento solenne; Libro generale.

Ogni libro è, a sua volta, composto da paragrafi che contengono “tradizioni”, ovvero piccole unità in cui si riportano pareri ed espressioni del Profeta Muhammad (c.d. hadīth) o dei suoi compagni o successori (c.d. āthār), in cui si citano anche versetti coranici e la loro interpretazione:

“L’intento di Malik era, infatti, quello di realizzare un libro che rispondesse alle esigenze di tipo religioso e legale da parte musulmana sulle pratiche di culto da seguire e quindi sul comportamento da tenere in determinate circostanze.”

(dall’Introduzione, pag. IX)

L’AUTORE 

Mālik ibn Anas nacque tra il 708 e il 716 a Medina dove trascorse gran parte della sua vita. Fu una delle massime autorità intellettuali e giuridiche del suo tempo. Ebbe problemi politici con il califfo al-Mansūr che lo fece fustigare in pubblico per non avere contrastato una ribellione contro il suo governatore, ma successivamente si riavvicinò al potere e fu tenuto in gran conto dal califfo al-MahdĪ. Morì nel 796.